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L'acqua rossa ridotta a discarica
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-Questanno ho deciso di passare le vacanze estive a Viterbo, e orgoglioso delle mie origini ho pensato bene di coinvolgere un gruppo di amici appassionati di storia provenienti dallestero, per condividere le meraviglie della mia città e dintorni. Pur non abitando a Viterbo ormai da oltre 40 anni, fui confortato nel ritrovare sulle mappe turistiche tutti gli itinerari storici visitati quando ero bambino.
Appena giunti a Viterbo, prima tappa allacqua rossa. Avevo decantato per anni ai miei amici stranieri le caratteristiche di questa zona, abitata in passato dagli etruschi e del sapore particolare dellacqua della sorgente.
Ebbene, una volta giunti sul posto abbiamo trovato una caratteristica discarica a cielo aperto popolata da mosconi, tafani e quantaltro. Ero molto imbarazzato. Ho pensato di aver sbagliato strada ma purtroppo non era così.
Ho cercato di minimizzare e ho convinto i miei amici a scendere per il sentierino che conduce alla sorgente per assaporare un sorso dacqua rossa. Purtroppo non siamo riusciti neanche a raggiungere la sorgente a causa dei tronchi caduti sul sentierino che sbarrano la strada.
Niente paura, ho detto, qui a pochi chilometri possiamo visitare uno spettacolare anfiteatro romano edificato a fine del I secolo a.C. dove sono ancora visibili le terme e un tratto di strada antica .
Giunti sul posto abbiamo scoperto con immenso stupore che laccesso allanfiteatro era chiuso.
Un cartello riportava che per problemi tecnici laccesso non era possibile fino a data da destinarsi. In compenso osservando la facciata esterna siamo stati deliziati dalla vista di numerose sedie in plastica ammucchiate alla rinfusa a ridosso delle sette porte, nonché di un meraviglioso congelatore elettrico, risalente a tempi più moderni, ben incastrato nellangolo di una delle sette porte millenarie.
Che dire della pavimentazione a mosaico delle terme o della antica strada romana? essendo chiuso lacceso allanfiteatro non siamo stati in grado di apprezzarne le caratteristiche, mentre erano ben visibili gli arbusti, alti oltre un metro, cresciuti rigogliosamente, senza alcun timore reverenziale per la storia, che hanno ormai completamente ricoperto tali bellezze.
Tuttavia sono riuscito a smorzare la delusione di quella mattinata portando gli amici al Bagnaccio. I miei amici mi hanno chiesto come mai il Bagnaccio sia accessibile e ben tenuto a differenza dellacqua rossa o dei resti millenari delle terme di Ferento.
Ad essere onesto non sapevo cosa dire, per fortuna mi è venuto in aiuto un bagnante molto simpatico, rispondendo che: lItalia e spesso conosciuta allestero per spaghetti pizza e mandolino, ma non tutti sanno che siamo abilissimi anche nellarte di arrangiarci.
Grazie al cielo il Bagnaccio e mantenuto da un gruppo di volontari.
E per le altre bellezze storiche della zona? Per me e un mistero e per voi?
Agostino Filoscia