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La Pisana
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Senza Filtro - “Pensa differenziato” è lo slogan scritto su alcuni mezzi del Cev che raccolgono i rifiuti in città. Si potrebbe aggiungere “immagina l’ideale ma agisci nel reale”
“Pensa differenziato”. E’ giusto che il comune, in attesa delle nuove linee guida del piano regionale predisponga una serie di iniziative per incrementare la percentuale di raccolta differenziata si da non perdere i benefici del decreto Ronchi che stabilisce la quota minima del 35% per accedere alle agevolazioni.
“Immagina l’ideale” che potrebbe essere grosso modo questo: i cittadini contribuiscono a recuperare quanto più vetro, carta, plastica, legno e ferro possibile e ogni comune provvede a sotterrare i propri rifiuti in una discarica che gestisce direttamente.
“Vivi nel reale” cioè si guardi in faccia la realtà che possiamo anche descrivere da angolazioni visuali diverse ma senza occultare alcune evidenze che ci sembrano queste: A) i cittadini fanno poca raccolta differenziata per cui un’opera di sensibilizzazione al riguardo è più che necessaria ma non produrrà effetti consistenti in poco tempo.
La raccolta differenziata, di cui si parla da più di un decennio, resta per tutti un obiettivo verso cui tendere ma la chiusura del ciclo dei rifiuti ha bisogno dell’impiantistica necessaria. Per cui allo stato delle cose restiamo con una grande quantità di rifiuti per i quali l’alternativa, da anni a questa parte, è tra sotterrarli o incenerirli, anche se poi è il cdr che finisce sottoterra o incenerito ma questo aspetto tecnico non cambia i connotati del problema politico.
B) i sindaci, i consiglieri provinciali e gli assessori della provincia, di centro, di destra e di sinistra, sembrano convergere su un punto: i rifiuti gestiteveli a Viterbo noi non ne vogliamo sapere niente, vogliamo discettare, disquisire, progettare e se del caso anche battibeccare in materia di rifiuti ma a patto che la “monnezza”, compresa quella prodotti dai cittadini dei nostri paesi, continui ad arrivare a Viterbo . È comodo ragionare così ma non è responsabile.
E siccome su quanto sin qui detto è difficile non essere d’accordo ecco spuntare nella Cdl come nell’Unione i saggi di turno che consigliano di aspettare le linee guida della regione. Come se questa fosse la soluzione del problema.
Ma noi non abbiamo capito che faremo se la Regione prevederà di costruire a Viterbo un termocombustore e che faremo nel caso contrario.
La verità è che la classe politica locale non può esimersi dal prendere una decisione e battersi per essa indipendentemente dalle linee guida della regione.
Per noi un buon punto da cui cominciare per sapere se una certa politica ha significato qualcosa è vedere i cambiamenti che ha prodotto e siccome, in materia di rifiuti di cambiamenti non ne vediamo ne traiamo la conseguenza che è tempo di imboccare strade diverse.
Quali? le soluzioni di cui si parla più o meno apertamente sono “ il mattone ecologico” e il” termovalorizzatore” perché di creare un’altra discarica non ne vuol sapere niente nessuno. Giusto? E allora vediamo:
“Mattone ecologico”. An lo presenta come una rivoluzionaria proposta di nessun impatto ambientale, inodore e dalla resistenza superiore a quella del cemento e accusa la minoranza di ottusità. Per cinque anni tuttavia il comune di Viterbo, la provincia, la regione ed il governo della nazione sono stati in mano alla Cdl come mai il mattone ecologico è rimasto sulla carta?
Termovalorizzatore. Ormai è il convitato d pietra.
Anche qui da riformisti non siamo pregiudizialmente contrari a nulla, vorremmo solo capire.
Crediamo che un buon modo per arrivare ad una decisione sia partire dall’interesse generale e quindi chiediamo, fermo restando che la raccolta differenziata dovrà essere comunque incentivata, inquina di meno continuare a sotterrare migliaia di tonnellate di rifiuti o è preferibile incenerirli?
Qualche nostro amico ambientalista ci ha detto che con il termovalorizzatore l’affare lo fa chi lo costruisce.
Forse è così, ma battuta per battuta ci sia consentito di rispondere così: invece continuando a sotterrare migliaia di tonnellate di rifiuti, oltre chi gestisce la discarica l’affare chi lo farebbe la città di Viterbo?
Oggi la maggioranza che governa il comune è minoranza in provincia e viceversa per cui il palleggio delle responsabilità non tiene più. Quello che i socialisti chiedono è una decisione la più condivisa possibile che per una volta dimostri che la Tuscia sa camminare anche senza la mano della Regione.
Fabio Scalzini (SdI)