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Francesco Bigiotti
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- Ed io pago… diceva Totò.
Il cittadino paga e sempre di più, questa volta paga due volte, ma tutti stanno zitti.
Ieri stavo con mia figlia nella libreria del centro commerciale Tuscia quando ho deciso, approfittando della vicinanza della COOP, per fare un po’ di spesa.
Avevo già riempito per metà il mio carrello quando sono passato davanti allo scaffale dei pannolini per bambini e qui non ho potuto fare a meno di sobbalzare.
Ho infatti notato con stupore i prezzi della confezione doppia delle più nota marca di pannolini, che viene venduta in farmacia ad euro 10,50, aveva il prezzo di 19,40 euro, la confezione singola, venduta in farmacia ad euro 5,50, aveva il cartellino con scritto 9,80.
Avete capito bene, quasi il doppio del prezzo praticato nelle tanto diffamate farmacie Italiane.
Incuriosito ho continuato il giro “di controllo” tra i prodotti di cui conosco i prezzi praticati altrove.
Sono arrivato davanti ai prodotti alimentari per la prima infanzia ed anche qui, tranne che per due o tre “prodotti civetta”, tutti i prezzi erano mediamente superiori del 30-35% rispetto a quelli praticati nelle farmacie.
Non ho potuto fare a meno che percorrere, con il mio carrello, il giro a ritroso e civilmente, riposizionare tutta la merce fino a quel punto prelevata nei rispettivi scaffali.
Non andrò mai più a fare spesa alla COOP perché non solo non si risparmia, ma i prezzi che ho avuto modo di confrontare sono più alti, molto più alti.
Se consideriamo che il sistema COOP non paga le tasse e questo risparmio fiscale non viene rigirato ai soci ed ai clienti sottoforma di maggior sconto sui prezzi, dove va a finire?
L’unica cosa certa è che il cittadino paga due volte, paga il prezzo più alto per il prodotto e paga il mancato introito fiscale dello stato che qualsiasi altro esercizio commerciale invece versa.
Questa è una vergogna e, da cittadino Italiano, ho ritenuto doveroso portarla all’attenzione dell’opinione pubblica.
Francesco Bigiotti