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I lavori a porta Murata
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Senza filtro - “Condivido appieno l’appello del professor Alfio Cortonesi. Non si può restare indifferenti di fronte all’aggressione alle mura di Viterbo. Per la salvaguardia e la tutela della Valle dell’Arcionello, è nato un movimento che ha avuto, innanzitutto, il grande merito di far scoprire, o riscoprire, ai cittadini un bene di eccezionale valore ambientale e culturale, recuperando la memoria storica di quei luoghi, e che oggi trova nella Regione Lazio non solo ascolto, ma alleati convinti della necessità di realizzare il progetto del parco naturale.
Anche per la difesa delle mura deve scattare una forte mobilitazione: perché non siano cancellate, come dice Cortonesi, la storia e l’anima della città e, nello stesso tempo, si sviluppi, con il contributo di tutti i soggetti competenti, Università e ordini professionali tra i primi, un ragionamento serio sul futuro urbanistico del capoluogo”. E’ quanto afferma Giuseppe Parroncini, capogruppo dei Ds alla Pisana, esprimendo apprezzamento per l’autorevole intervento del docente di Storia Medievale dell’Università della Tuscia, che, dopo il via alla costruzione di un supermarket a Porta Murata, chiama i cittadini a mobilitarsi a difesa delle mura civiche.
“Tutela delle mura e valorizzazione della Valle dell’Arcionello sono strettamente legate. In occasione di un convegno promosso qualche mese fa, evidenziai che non si può parlare dell’Arcionello senza compiere un ragionamento complessivo sullo sviluppo di Viterbo sotto il profilo ambientale e urbanistico.
Lo stesso discorso vale, adesso, a proposito delle mura. Il documento dei ‘saggi’ redatto, circa quattro anni fa, su incarico del Comune, per il nuovo piano regolatore generale proponeva una lettura attenta della crescita disordinata della città: aree per gli insediamenti produttivi sorte a macchia di leopardo, in assenza di un vero e proprio piano; troppi siti di rifiuti; troppo consumo del suolo agricolo; troppe nuove case e niente, o quasi, recupero del patrimonio edilizio esistente. Si tracciavano quindi -osserva Parroncini- alcuni indirizzi per il Prg, a partire dalla valorizzazione delle vocazioni turistica, culturale, universitaria e termale, nonché delle aree verdi site nel cuore della città. E si indicava l’interramento della ferrovia come un’opera che rappresenterebbe un intervento straordinario di ricucitura del tessuto urbanistico”.
“Quel documento è stato, nei fatti, ignorato. Non si è cambiata marcia. E’ evidente che una città che non progetta e non investe sulla qualità dello sviluppo, neppure ha cura del proprio passato, della valorizzazione delle proprie identità. Dobbiamo perciò essere molto preoccupati. Ha ragione il professor Cortonesi: è importante che i cittadini prendano coscienza della gravità di ciò che accade. Serve -conclude il capogruppo dei Ds- uno scatto di orgoglio a difesa della storia di Viterbo”.