Viterbo - Nepi - Scrive Salvatore Gabrielli che contesta l'organizzazione dell'evento "Esclusi dal Monicelli day" 28 agosto 2006 - ore 2,20
Senza filtro
Nepi
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- Sono, dalla più tenera età, un appassionato di cinema: la magia del grande schermo ha sempre esercitato su di me un grande fascino, sin da quando mia madre, la domenica sera, veniva a recuperarmi nella sala parrocchiale vicino casa, perché era ora di cena.
Per cui ho salutato con grande simpatia e con convinta adesione la concessione della cittadinanza onoraria del mio paese, Nepi Provincia di Viterbo, al regista Mario Monicelli, una delle pietre miliari del cinema italiano, che qui da noi ha girato quaranta anni fa - uno dei suoi films più famosi ed originali: LArmata Brancaleone : sono in me ancora vividi i ricordi delle visite sul set, quando undicenne guardavo girare le scene che poi avrei rivisto sul grande schermo.
Per cui sabato 26, insieme a mio fratello e sua moglie, ci siamo recati in piazza del Comune, per assistere allevento, che annunciato a profusione, giustamente, da manifesti, locandine, articoli di quotidiani e periodici vari ritenevamo, a rigor di logica, aperto a tutti.
Quindi, è stata grande la nostra meraviglia quando abbiamo cercato di entrare nel palazzo Comunale, dove si svolgeva la cerimonia, e ci è stato impedito, col pretesto che non avevamo linvito: prima entrano gli invitati e poi, se ci sarà posto, gli altri, considerati anche i problemi di stabilità della sala consiliare.
Abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco, dicendo che ne prendevamo atto, senza commentare.
Poi, di fronte alla delusione ed alla stravaganza (per usare un eufemismo!) della situazione, non ci siamo trattenuti ed abbiamo esternato con uno degli organizzatori, facendoci interpreti anche del malumore di altri conoscenti ed amici che, come noi, si sono visti inopinatamente esclusi - la nostra delusione ed il nostro disappunto, dicendo che almeno potevano specificarlo nei manifesti che annunciavano liniziativa.
La nostra rabbia, però, è aumentata quando abbiamo visto poi i famosi invitati: per carità, tutte degne persone, ma gradiremmo conoscere quali sono stati i criteri sottesi alla loro scelta, visto che la manifestazione sino a prova contraria è stata finanziata con il denaro dei contribuenti, quindi anche con i nostri soldi (compresa crediamo la cena a tema, che si è svolta subito dopo).
Non ci sembra, peraltro, una valida giustificazione dire che la cittadinanza onoraria la concede il consiglio comunale: niente da obiettare, ma allora sarebbero dovuti entrare soltanto i consiglieri comunali, riservando, poi, anche a tutti i normali cittadini intervenuti la parte pubblica della manifestazione.
Dispiace che una lodevole iniziativa per celebrare (ma certamente lui non gradirà il termine!) un grande del cinema italiano come Mario Monicelli, si sia, in definitiva, risolta in una passerella di amici degli amici che, nel loro vestito della festa, hanno presenziato impettiti, tagliando fuori tutti coloro che non potevano vantare nessuna amicizia che conta.
Un brutto episodio, per un evento che avrebbe meritato una ben altra organizzazione (magari facendolo svolgere nella palestra comunale, dove lo spazio era maggiore) e che poteva portare gli appassionati di cinema - come il sottoscritto - a contatto con un pezzo di storia del cinema italiano (e mondiale): peccato, veramente.