Viterbo - Montefiascone- Fioroni detta la linea su Finanziaria, Partito Democratico, scuola e attacca Berlusconi Il ministro bacchetta Regione e Provincia 28 agosto 2006 - ore 2,20
Il ministro Beppe Fioroni a Montefiascone
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-Il leader si fa attendere. Il ministro Beppe Fioroni, quasi a dimostrare la propria assoluta leadership, arriva intorno alle 18,30 di ieri sera, alla festa provinciale della Margherita di Montefiascone. Un'ora e mezza di ritardo.
Ma non basta. Prima di parlare loracolo si fa attendere ancora, e da buon padrone di casa fa parlare il segretario provinciale, Mariani, che tratta il tema "Innovazione e sviluppo volando talmente alto da non dir nulla di politicamente rilevante.
E' la volta poi del sindaco di Montefiascone Fumagalli che dà il benvenuto, e quindi dellassessore provinciale Trapè, del presidente Mazzoli, del capogruppo dei Ds alla Regione Parroncini, del deputato Domenico Volpini. E già a questo punto la platea inizia a distrarsi, ma lattesa per loracolo del ministro è troppo forte e le persone presenti stringono i denti, resistono e si sorbettano l' intervento del presidente della Margherita provinciale Bruni, che, data lesperienza, la fa corta. E poi la volta dellassessore regionale Bruno Astorre, di Guido Milana vicepresidente del consiglio regionale. E ancora altri interventi. Si arriva a tarda serata con il ministro che prende la parola e si fa di nuovo il silenzio. E lattenzione cresce.
Fioroni la fa da mattatore.
E vola alto, ma questa volta lo fa un ministro della Repubblica e allora è politica a tutto tondo.
Il ministro inizia con un attacco frontale a Berlusconi.
Berlusconi - ironizza Fioroni -da giorni interpreta la parte del sacerdote che non vede lora di dare lestrema unzione al governo. Ma a Berlusconi sfugge il fatto che la coalizione che sorregge il governo è coesa e non farà cadere lesecutivo. Ci hanno tanto criticato per il numero dei ministri, ma la verità è che la struttura del governo è funzionale al programma del centrosinistra. La nostra coalizione è talmente coesa da essere stata autosufficiente per il rifinanziamento delle missioni allestero, per le liberalizzazioni.
E a proposito di liberalizzazioni.
Per cinque anni Berlusconi non ha fatto altro che annunciarle, noi in cento giorni abbiamo iniziato a farle.
Sulla Finanziaria, Fioroni va giù durissimo contro Berlusconi.
Abbiamo raggiunto la consapevolezza - afferma il ministro - che qualcuno ha truccato i conti del paese. I conti del paese sono in uno stato peggiore di quello che avevamo immaginato. La nostra Finanziaria, sarà una Finanziaria seria. Finalizzata a rimettere in sesto il paese. Dopo che Berlusconi ha rischiato di portare il paese fuori dallEuropa. Non sarà una Finanziaria di lacrime e sangue. Sarà una Finanziaria equa e giusta. Berlusconi ha alimentato la cultura del condono. Una cultura che ha esaltato i furbi e punito le persone corrette. Quello che serve ora non è un aumento delle aliquote, ma far pagare le tasse a tutti per farle diminuire. Se tutti pagano, si paga di meno. Vanno poi combattuti gli sprechi che ancora sono molti. Ma va spiegato, anche a qualche esponente del governo, che gli sprechi non possono essere individuati nel settore del welfare. Non si taglia in sanità e istruzione. Non va diminuita la rete di salvaguardia dei cittadini.
Si arriva nel settore di competenza del ministro: la scuola.
Le liberalizzazioni non possono e non debbono iniziare dalla scuola. Se qualcuno - sentenzia il ministro - la pensa così ha sbagliato governo e ministro. Non possiamo mettere un diritto in balia del mercato. La nostra costituzione garantisce listruzione a tutti a prescindere dal reddito e dal luogo in cui vive. Il nostro è un sistema universalistico e solidaristico. No quindi alla scuola aperta alla logica del mercato. La liberalizzazione è impossibile nella scuola. Listruzione non può essere guidata dal mercato. Far entrare le logiche del mercato nella scuola, vorrebbe dire smantellare il nostro sistema che si deve basare sulla centralità dellalunno. E poi nella scuola privata chi si farebbe carico dei disabili, dei figli degli immigrati. Non possiamo permettere che la scuola pubblica diventi la scuola degli sfigati.
Ancora contro Berlusconi che ha trasformato il Parlamento nellufficio fotocopie di palazzo Chigi.
Per la creazione del Partito Democratico, Fioroni chiede tempo e poi tempo e ancora tempo.
Perché il partito democratico è una opportunità. Ma presuppone la ricostruzione dellidentità dei militanti, degli iscritti. E questo è un itinerario complesso che non può essere fatto semplicemente dai vertici. Per questo serve tempo.
Si arriva quindi a uno snodo politico interno alla Margherita importante, la questione della corrente fioroniana.
Non ho in testa la creazione di una corrente - filosofeggia Fioroni -, ma non si può cancellare la storia dei cattolici democratici. Una storia che è altra rispetto al cattolicesimo clericale e di facciata di Berlusconi. Il cattolicesimo clericale di Berlusconi sarebbe una iattura per la democrazia e per il paese. Metterebbe allangolo i cattolici, relegandoli a questioni marginali della politica. Alla difesa degli specchietti per le allodole. Alla differenza dei cattolici popolari non rinunciamo. Qui non si tratta di complotti. Siamo convinti che Rutelli debba rimanere alla guida del partito.
Come dire: non la chiamo corrente, ma allinterno della Margherita cè un gruppone che si rifà alla tradizione cattolica popolare che ha una sua valenza politica ben precisa e che il ministro vuol far valere.
Fioroni è in vena e non lascia nulla di sottaciuto. Si passa alla Regione Lazio.
Abbiamo trovato la Regione in una situazione drammatica. Ma questo non toglie che dobbiamo dare un segno di discontinuità. Vanno ridisegnati i rapporti tra Roma e le altre province. Un riequilibrio che va fatto a livello di bilancio.
E arriva una battuta su Roma e Veltroni che la fanno da padroni sul piano delle risorse. Magari sarebbe opportuno completare la Trasversale e il semianello, prima di rifare il pavimento al comune di Roma.
Il ministro ha poi chiesto a chiare note che ogni provincia sia dotata di un ospedale di secondo livello.
Ironico e duretto, Fioroni anche con la Provincia.
Prima la battutaccia.
La vittoria alla Provincia di Viterbo è una dimostrazione dellesistenza di Dio....
E poi la tirata dorecchi. Non possiamo rischiare che la Provincia possa essere un fattore neutro o addirittura negativo in vista delle prossime tornate elettorali.
La critica del ministro si appunta poi sul settore formazione e la tirata dorecchi se la prende direttamente il segretario di Rifondazione Ricci che è in prima fila.
Non possiamo navigare a vista, sentenzia il ministro che rivendica un ruolo nel settore di tutta la giunta e soprattutto dellassessore Gigli.
Non vuol essere una critica chiosa il ministro-filosofo.
Insomma se il ministro sulle vicende nazionali si muove alla sinistra di Bertinotti, a livello locale rispunta il vecchio democristiano. E bacchetta i compagni di Rifondazione.