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L'ultimo tiglio di via Capocci
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-La città cambia.
La città recupera le sue radici... escluse quelle degli inutili tigli.
In un giorno caldo di agosto, si è data dimostrazione concreta e decisa delle azioni necessarie per tutelare e valorizzare le mura cittadine. Tagliare gli alberi ( patrimonio della collettività !) che danno fastidio alla visibilità delle mura, ma soprattutto ostacolano la crescita del pratino sottostante, tanto poi saranno ricostruiti sul marciapiede opposto con i decenni tecnici necessari.
Questa è lennesima improvvisazione che ci offre una chiara chiave di lettura della solita urbanistica del somaro (come la definisce Antonello Ricci) foriera di iniziative arbitrarie (chi ci guadagna?) consumate ai danni del centro storico Viterbese.
Ma sarà mai possibile pensare ad una progettualità? Ad un piano di riqualificazione? E possibile pensare ad una grande iniziativa promozionale, che attivi una diffusa opera di risanamento degli arredi urbani del centro storico, per rifacimento delle facciate e degli infissi esterni, riconducendoli ad una più appropriata omogeneità estetica coerente con il contesto architettonico.
Quanti vicoli, ma anche vie importanti del centro, presentano facciate cadenti, infissi fatiscenti, o addirittura veri e propri schiaffi al contesto storico - architettonico?
Quanti piccole o grandi testimonianze storiche del centro cittadino sono abbandonate, dimenticate, in alcuni casi nellincuria, depredate ed impunemente asportate. Ma dove è la capacità strategica dellamministrazione comunale nel suscitare interessi, attenzioni, collaborazioni, nel coordinare progetti, risorse, competenze.
Oggi domina limprovvisazione, la casualità, spesso il vuoto. Si inseguono iniziative che non hanno una logica unitaria, pianificata e coordinata. La valorizzazione del centro storico deve restituire al costruito e al suo ambiente il ruolo originario di fulcro, di risorsa per leconomia locale, è necessario però far emergere lidentità urbana per favorire le opportunità duso contemporaneo.
Da qui lesigenza dindividuare un modello di sviluppo sul quale far convergere le decisioni, le richieste, i progetti, il dibattito decisionale, la visibilità. Un modello, in grado di superare la frammentarietà delle azioni a vantaggio della programmazione concertata tra città e territorio, tra città e cittadini, capace cioè, di garantire una gestione per sistemi, processi e funzioni.
Tante città hanno promosso studi, concorsi delle idee, per elaborare ed attuare un piano di riqualificazione del centro storico, il Comune di Viterbo che fa: abbatte inutili tigli che oscurano la vista delle mura, arricchendo le stesse con la nobile compagnia di centri commerciali e supermarket, indiscussi elementi di valorizzazione delle vocazioni turistica, universitaria, culturale e storica di Viterbo.
Condividiamo lappello del professor Alfio Cortonesi, del capogruppo Ds alla Regione Lazio Giuseppe Parroncini, di tutti coloro che hanno dato voce allo stupore, al dissenso, raccogliendo linvito di Antonello Ricci per qualsiasi iniziativa capace di accendere uno scatto di orgoglio a difesa della storia di Viterbo.
Democratici di sinistra
Sezione Territoriale A.Gramsci