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La Fontanasfera
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- Questa mattina, leggendo la proposta del consigliere Caravello, ammetto di aver avuto un profondo imbarazzo e disagio; le motivazioni sono molteplici e vorrei esporle senza fare polemica ma in modo assolutamente propositivo.
Innanzi tutto credo che, prima di uscire sui giornali con una proposta così drastica come quella di spostare la Fontanasfera, fosse doveroso discuterne in consiglio di circoscrizione e comunque questo mi sembra il problema minimo.
Il tema della Fontanasfera è stato più volte affrontato, me ne sono occupato personalmente, ed erano state date delle risposte chiare in tal senso, risposte che, sebbene con qualche riserva, abbiamo accettato perché ritenevamo che fosse prioritario il recupero dell’opera.
Ci tengo a specificare che a questi incontri erano presenti rappresentanti del Comune, dell’impresa che sta lavorando alla Piscina ed il maestro Capotondi, lo scultore che ha ideato la fontana.
Le proposte che erano state fatte erano che la ditta si impegnava a restaurare le fontana e il comune avrebbe provveduto alla recinzione; il tutto condito con una targa commemorativa di chi aveva permesso il recupero.
Se in un primo momento l’idea di una fontana recintata mi lasciò perplesso, alla fine, pur di vedere una delle poche opere di arte contemporanea realizzate a Viterbo recuperata, decisi di non fare obiezioni (per quanto poco valessero le mie obiezioni) e sulla stessa linea si pose Claudio Capotondi (e credo che la sua opinione sia determinante).
In seguito sono apparsi articoli sui giornali in cui si inneggiava all’inizio dei lavori di recupero della fontana, articoli scritti da autorevoli esponenti della maggioranza di cui fa parte il consigliere Caravello. Questi lavori altro non erano che il taglio delle erbacce che erano cresciute indisturbate attorno alla vasca. Credo che questo tipo di lavori dovrebbe essere sistematico almeno come la ripiantumazione di fiorellini nelle varie rotonde della città…
Veniamo ad ora.
I monumenti non si spostano, si curano.
Innanzi tutto mi sembra assurdo pensare ai posti auto in una zona che, in quanto a spazi per parcheggiare, penso sia addirittura sovradimensionata. Credo altresì che la fontana, restaurata e funzionante, debba essere un elemento di rottura della monotonia del piazzale, l’unico elemento di valore, l’unico momento di ristoro per gli occhi. Questa storia di spostare le opere ha un precedente illustre in Alemanno quando, candidato sindaco al comune di Roma fece la proposta assurda di spostare la teca dell’Ara Pacis in periferia. Fortunatamente per la teca e per i romani la storia è andata diversamente.
Spostare la fontana in un luogo che la qualifichi è un errore di punto di vista caro Caravello. Non è la fontana a dover avere un luogo adeguato ma è la fontana a rendere quel luogo più adeguato, più vivibile, meno monotono.
Probabilmente se i lavori della piscina non avessero avuto tempi biblici (ci si costruiva un villaggio olimpico) oggi la fontana sarebbe funzionante, recintata, pulita e perfetto complemento alla piscina.
Concludo dicendo che ogni opera che si rispetti ha un legame inscindibile con il luogo in cui è stata realizzata. Il progettista prende spunti, riferimenti, suggerimenti dal luogo; la Fontana sfera ha un legame inscindibile con quel luogo ed è un errore madornale quello di pensare di spostarla. Più giusto è pensare ad accelerare i lavori di restauro e pensare come valorizzarla, magari facendo progettare il parcheggio in modo da creare un area pensata e non una spianata casuale.
Spero che tutte queste considerazioni saranno oggetto di dibattito in un prossimo consiglio e soprattutto che la tua sia stata una provocazione, non una convinzione.
Il consigliere della V Circoscrizione
Emanuele Aronne