Senza Filtro - “La Biosistematica Vegetale oggi: dagli studi tradizionali al DNA” questo il titolo del convegno organizzato dal dipartimento di Agrobiologia ed Agrochimica della facoltà di Agraria per ricordare la scomparsa del professor Fabio Maggini avvenuta il 17 agosto dello scorso anno.
L’incontro si svolge fino al 12 aprile nell’aula del consiglio della facoltà di Agraria in via San Camillo De Lellis. Ieri mattina (11 aprile) i lavori sono stati aperti dal magnifico rettore Marco Mancini che ha ricordato il professor Fabio Maggini.
Il comitato scientifico organizzatore presieduto dal preside della facoltà Eddo Ruggini prevede n numerosi interventi di vari relatori. Il professor Fabio Maggini per 25 anni operò nell’ateneo viterbese occupandosi di botanica.
A ricordarlo lo stesso preside e poi i professori Frediani, Ritossa, Musacchio, Scoppola e Onofri.
CURRICULUM PROFESSOR MAGGINI
Il prof. Fabio Maggini nasce in provincia di Firenze nel gennaio del 1941 Nel 1967 si laurea in Scienze Biologiche a Pisa. Nel 1971 è assistente ordinario presso la Cattedra di Genetica dell’Università degli Studi di Bari, nel 1973 prof. Incaricato di Genetica presso la Fac. di Scienze Naturali e nel 1977 prof. Incaricato di Genetica presso la facoltà di Scienze Biologiche dello stesso ateneo.
Durante il soggiorno barese inizialmente collabora con il prof. Emilio Battaglia interessandosi di metodiche citologiche rivolte allo studio del nucleolo e delle sua correlazione con le costrizioni secondarie. L’ arrivo del prof. Ferruccio Ritossa alla direzione dell’Istituto di Genetica, segna una svolta nella sua attività scientifica che si indirizza allo studio degli acidi nucleici.
Ed è in questo periodo che incomincia a lavorare sui geni ribosomali, argomento questo che sarà il motivo conduttore di gran parte della sua attività scientifica, anche negli anni successivi e nel suo spostarsi da una sede all’altra. Nel 1980 è nominato professore ordinario di Botanica presso il Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria e nel 1982 approda a Viterbo dove ricoprirà l’insegnamento di Botanica Agraria fino al giorno della sua scomparsa.
Dal 1990 al 1993 riveste le funzioni di Direttore presso il Dipartimento di Agrobiologia ed Agrochimica dell’Università della Tuscia
La sua attività di ricerca ha prodotto 110 pubblicazioni sia su riviste internazionali che nazionali.
I geni ribosomali quindi, come principale interesse nella sua attività di ricerca, geni studiati da molti punti di vista, utilizzando le metodiche più svariate, ma comunque sempre in linea con i tempi e le potenzialità offerte dalle tecniche più all’avanguardia.
Un altro punto caratterizzante la sua attività è rappresentato dallo studio del genoma di alcune piante di interesse agrario. Molti di questi studi sono condotti in collaborazione con altre sedi universitarie, tra di esse Pisa, Perugia e l’ Università della Calabria ed in questi lavori si attua un felice connubio tra l’analisi molecolare e l’analisi citologica.
In gran parte della sua produzione scientifica, fin dalle prime pubblicazioni, lo studio del genoma o meglio di sue specifiche componenti è visto anche in relazione a problematiche più propriamente evolutive.
Negli ultimi anni si rivolge ancor più specificamente al settore della Biosistematica Vegetale percependo l’ importanza di integrare i tradizionali metodi di indagine con l’uso di marcatori molecolari allo scopo di arrivare ad una più chiara definizione dei rapporti filogenetici tra le specie.
Negli ultimi anni l’ attenzione per le piante di interesse agrario si concentra essenzialmente sulla ricerca di parametri molecolari per la caratterizzazione e la certificazione varietale e questo essenzialmente in Olea europaea; a questo scopo isola e caratterizza alcune sequenze microsatellitari.
L’ ultimo lavoro che lo ha visto impegnato e che ancora non è stato pubblicato ha portato all’isolamento e alla determinazione della sequenza nucleotidica dello spaziatore intergenico di Olea .