- Celebrare la Pasqua è entrare nel cuore della fede cristiana. Per questo un augurio vero non può essere superficiale, non può risultare solo di occasione o puramente convenzionale.
La Pasqua cristiana presenta due aspetti essenziali: è Pasqua della Croce ed è Pasqua della Resurrezione. La prima è abisso di dolore, di sangue, di morte. La seconda è mistero di vita, di gioia, di amore.
Ma Pasqua vuol dire proprio "passaggio". Ecco, dunque, un augurio vero, significativo, essenziale: passare dalla Croce alla Resurrezione, cioè dal dolore alla gioia; dalla violenza al dono; dalla morte alla vita.
Potrà esserci Pasqua per noi?
Questa nostra stagione è aspra: affetti traditi e relazioni infrante; parole ostili e inimicizie diffuse; e odi e violenze e menzogne e inganni.
I pensieri di molti non sono sereni; i sentimenti non buoni; le azioni non solidali.
Sembrerebbe che il contesto sia più favorevole ad una "mala Pasqua" che a celebrare la "novità del Risorto", primavera della vita e spazio di fraternità, di dignità, di amore.
La pietra del sepolcro, che indica il peso sul cuore dell'uomo e la fine di speranza nel mondo, va rotolata via perché possa esplodere il trionfo della vita vera.
Questo è l'augurio per ciascuno e per tutti; per le famiglie e per tutte le realtà presenti nel territorio; per i credenti e per tutti gli uomini e donne in ricerca e amanti del vero, del bene, del bello; per i giovani soprattutto; per questo nostro mondo, tragico e stupendo, affascinante e tremendo.
Sia veramente Pasqua: "passaggio" verso orizzonti più aperti, più sereni, più umani e, perciò, anche cristiani. Ne è sintesi felice, come augurio e come dono, ancora la cara espressione di quella prima Pasqua: Pace a voi!
È anche questo il mio augurio per tutti, vero, affettuoso, leale.
Lorenzo Charinelli Vescovo di Viterbo