Senza Filtro - Negli ultimi mesi è stata sottoposta alla nostra attenzione la situazione del Parco Naturale Regionale di Canale Monterano, nel territorio della provincia di Roma e contiguo a quello della provincia di Viterbo.
Numerose e differenti sono state le sollecitazioni, da parte di cittadini e associazioni, quindi esperti e ricercatori, i quali hanno denunciato il clima teso e intimidatorio nei confronti dei referenti e responsabili della suddetta istituzione, che, peraltro, si è distinta negli ultimi anni per l’attenzione e la professionalità nella gestione delle risorse naturali e umane di un comprensorio tra i più delicati della nostra Regione.
La nostra prima attenzione è stata quella di verificare la situazione attraverso la visione degli atti ed il confronto diretto con gli interlocutori locali.
In questo modo è stato possibile constatare la oggettiva criticità dei rapporti tra i referenti delle istituzioni territoriali che, come prima evidente conseguenza, ha ridotto e penalizzato la gestione ordinaria e la funzionalità generale della riserva naturale. Una risorsa importante per un territorio avaro di occasioni di lavoro e sviluppo.
La principale questione sarebbe la richiesta avanzata da un noto ed influente imprenditore, di ripristinare una strada (peraltro abusiva) per il collegamento di poderi tra i comuni di Oriolo e di Canale Monterano, in località Ponte Antico.
Una richiesta inaccettabile, secondo il nostro parere, dal punto di vista tecnico e normativo, come hanno sostenuto anche esperti ed autorevoli enti di ricerca.
L’area è infatti stata classificata a “tutela integrale” per le rilevanze naturalistiche (decreto della Giunta comunale n° 48/2001), quindi la stessa richiesta di realizzazione della strada è stata rigettata attraverso pareri negativi da parte dell’Area Difesa del Suolo della regione Lazio (nota prot. 185997/2004) e dall’Autorità dei Bacini Regionali (nota prot. 010029/2A/09/2004).
Dietro il rinnovarsi delle pressioni sull’ente gestore della riserva naturale (e a vari livelli istituzionali), secondo una nostra valutazione complessiva, non è possibile ravvisare solo la volontà di realizzare l’opera sopra citata, la strada della discordia.
Analizzando e soppesando gli avvenimenti e le incaute prese di posizione di esponenti politici locali, siamo costretti a riscontrare un vero e proprio attacco alla “istituzione Parco”, nel mirino di alcuni “portatori di interessi particolari” che nella riserva naturale trovano un ostacolo per la realizzazione di programmi e progetti imprenditoriali sul territorio.
Avendo a cuore le sorti del territorio, ovvero la possibilità di dare a questo un futuro di sviluppo socio-economico senza svendere e danneggiare le risorse naturali patrimonio di tutta la comunità locale, sentiamo il dovere di intervenire nella discussione.
Lo facciamo chiedendo alle istituzioni locali, provinciali e regionali di intervenire per ripristinare il confronto democratico ed il rispetto delle norme di tutela del territorio.
Se, infatti, può essere legittimo da parte di soggetti privati avanzare progetti e proposte per la creazione di opere e iniziative imprenditoriali, non è accettabile che questi giungano a prevaricare il confronto istituzionale, tentando di depotenziare gli organi di gestione e controllo e minando la funzionalità stessa di un istituto di protezione regionale quale è una riserva naturale.
Il significato di questa vicenda oltrepassa l’orizzonte locale e diviene un interesse per chiunque senta il dovere di sostenere il valore della legalità, della partecipazione democratica, della difesa dei beni comuni.
Chiediamo alla società civile, ai cittadini e alle associazioni, di partecipare alla discussione e di interessarsi alla vicenda, di intervenire in questo dibattito che rappresenta un nodo cruciale per lo sviluppo sostenibile e solidale del territorio di Canale Monterano e dell’intera Regione.
Per Legambiente Viterbo
Coordinamento provinciale
Umberto Cinalli