- Commissariamento immediato. Tempi brevi per il congresso. Fine dei personalismi interni. Rafforzamento dei vincoli di coalizione. Tavolo di programma per le prossime elezioni amministrative.
E’ più o meno questa la ricetta che un Marcello Meroi, ancora stizzito per il trattamento subito dal suo partito, ha dettato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa, tenuta nel suo studio con il suo gruppo: da Lega a Contardo.
“Non nascondo la profonda amarezza - inizia Meroi - per la scelta fatta dal partito nello stilare le liste. E non si tratta di una cosa che riguarda solo me. Fini aveva assicurato, a suo tempo, che chi aveva lavorato di più in Parlamento e chi aveva un radicamento sul territorio avrebbe avuto la precedenza. Era stato assicurato poi che la questione delle correnti era chiusa. Ma ancora una volta gli accordi romani hanno prevalso. I territori delle province sono stati penalizzati. E poi agli interventi romani si sono aggiunte le quote rosa e tutto è andato come è andato. Con una scelta di un solo rappresentante per provincia”.
Ma dopo aver ricostruito la disavventura che lo ha coinvolto, Meroi deduce tutt’altro rispetto a quanto ci si aspetterebbe. Nessuna rivolta, nessuno sbattuta di porte.
“Io sono un uomo di partito - afferma il deputato uscente di An - è mi allineo criticamente”.
Ma qualche sassolino dalle scarpe se lo vuole togliere, sempre rimanendo ben coperto all’interno del partito.
“Non si può consegnare il paese alla ingovernabilità. E per giunta questo è stato fatto con il voto degli italiani all’estero. Una nostra antica battaglia che ci ha portato alla sconfitta. Qualcuno qui ha sbagliato e qualcuno deve pagare l’errore”.
Si torna poi alla politica locale.
“Dove la coalizione si mostrata coesa abbiamo aumentato i consensi. Nella nostra provincia siamo avanzati. Non si capisce come facciano i Ds a dirsi contenti. La verità è che il risultato elettorale mostra che il nostro radicamento è forte. Mostra che la perdita della Provincia è stata solo un incidente di percorso dovuto ai nostri errori di strategia. Non certo a una carenza di consenso”.
Si arriva al partito.
“Bonatesta dimettendosi da presidente ha dato un segnale di correttezza, che gli va riconosciuto. Ma ora serve un commissariamento che ci permetta di tornare a parlarci nello stesso tavolo. Non si tratta di buonismo, ma se vogliamo tornare a governare il territorio, dobbiamo tornare a dialogare nel partito. Durante questa campagna elettorale, che io ho fatto, mi sono accorto che la gente, le associazioni di categoria quando parlano con uno di noi, in realtà non sanno con quale An stanno parlando. Questo non è più possibile. Per prima cosa serve quindi un commissariamento, non è infatti possibile che si vada avanti per mesi con un presidente vicario che appena nominato, legittimamente da Bonatesta, si è iscritto al suo movimento. Fino ad oggi non c’è stata la volontà da parte del partito di analizzare le situazioni locali. Ma a questo punto la cosa non è più possibile. Non è più possibile che in questo partito ognuno faccia quello che vuole. Si deve tornare a giocare come un a squadra. E allora subito commissariamento che garantisca tutti. Poi subito al congresso. Rafforzamento dei legami di coalizione. E, in vista delle amministrative, un tavolo programmatico”.
E si perché, secondo Meroi, sono molti i comuni che il centrodestra, dati i risultati delle politiche, può togliere al centrosinistra: da Vitorchiano a Tuscania.
“E poi basta con i personalismi - continua Meroi - nel partito. E per quanto riguarda la coalizione in ogni comune va scelto il candidato migliore”.
Ma se da Roma non arrivano segnali?
“Ognuno farà le sue scelte. Ognuno prenderà la sua strada”.
Ma la colpa di questo sfascio di chi è?
“La verità è che non è esistito un coordinamento regionale. E’ mancata una guida che facesse abbassare i toni”.
Per quanto riguarda il suo futuro personale , Meroi annuncia di aver ricevuto una proposta dal gruppo parlamentare.
Non manca infine un moto del tutto personale.
“Sono felice per l’elezione di Giulio Marini. Credo che se la sia meritata per la disponibilità dimostrata rispetto al suo partito anche in momenti difficili. Credo che per Giulio, che è un amico, sia un riscatto personale”.
E poi rispondendo alle domande.
C’è chi la accusa di aver raccolto voti per altri partiti?
“Chi dice certe cose è solo un imbecille, che farebbe bene a stare in silenzio. Io ho invitato a votare solo per An. Il risultato elettorale omogeneo al Senato e alla Camera testimonia che quello che dico è la pura verità”.
Sarebbe disponibile a candidarsi a sindaco di Viterbo?
“Se il partito me lo chiede sono a disposizione. Ma ora c’è un sindaco bravo che è in carica e mi sembra assurdo che si possa parlare di crisi comune quando il centrodestra ha un consenso che va oltre il 58 per cento. Assurdo parlare di crisi”.