Senza Filtro - Con l’approvazione del Decreto Legge n. 35/2005, convertito nella Legge n. 80/2005, sono entrate a regime alcune norme che prevedono profonde innovazioni in materia di semplificazione delle procedure amministrative, in base alle modifiche dell’art. 19 della legge 241/90, per l’avvio di nuove attività imprenditoriali.
Da qui l’iniziativa della Commissione provinciale per l’Artigianato, insediata presso la Camera di Commercio di Viterbo, di fornire ai soggetti interessati un supporto informativo attraverso l’apposito sportello e una serie di incontri che hanno visto la partecipazione di 53 funzionari in rappresentanza di 37 Comuni della provincia, 143 tra professionisti appartenenti all’Ordine dei Dottori Commercialisti, al Collegio dei Ragionieri e all’Ordine dei Consulenti del Lavoro, collaboratori di studi professionali e rappresentanti delle Associazioni di categoria interessate. Le novità riguardano essenzialmente l’avvio di imprese artigiane come quelle di impiantista, autoriparatore, grossista, pulizie e facchinaggio.
Se prima, infatti, per cominciare ad operare era vincolante la Denuncia di Inizio Attività (DIA) da presentare allo Sportello Unico delle Imprese dei Comuni, ora la DIA rappresenta solo una manifestazione di intenti che consente all’imprenditore di dichiarare direttamente alla Camera di Commercio i requisiti e le condizioni per avviare la nuova professione. Decorso il termine di trenta giorni (vale il silenzio assenso), salvo ripensamenti o rilievi dell’Ente camerale, è sufficiente che l’imprenditore trasmetta la Comunicazione di Inizio Attività (CIA).
“Tale innovazione spiega Luigi Cola, commissario straordinario dell’Albo provinciale per le Imprese Artigiane riporta nell’ambito economico e univoco la valutazione dei requisiti in possesso da parte dei richiedenti, razionalizzando le procedure di verifica e offrendo un supporto informativo dell’Ente camerale”.
L’applicazione delle nuove norme ha una forte incidenza nel comparto artigiano considerando che su 8.150 imprese iscritte all’Albo provinciale per le Imprese Artigiane della provincia di Viterbo, circa il 20% appartengono alle categorie interessate dal provvedimento: 800 impiantisti artigiani (elettricisti, termoidraulici e ascensoristi); 530 autoriparatori artigiani (meccanici, gommisti, elettrauto, carrozzieri); 60 le imprese di pulizia e facchinaggio artigiane.