Senza Filtro - Le decisioni del senato accademico del 16 marzo aprono uno scenario inquietante sul mondo rappresentanze studentesche.
Anche se il magnifico rettore Marco Mancini, con correttezza politica, ha sottolineato l’importanza della rappresentanza degli studenti in tutti gli organi d’ateneo, di fatto le sue azioni sembrano contraddirlo.
Si è in fatti deciso di stravolgere i dettami della Legge 21.1.1995 n.236 che affidava agli statuti d’ateneo la regolamentazione delle rappresentanze studentesche che non potevano scendere sotto il 15% calcolate in base al numero totale dei componenti in quell’organo.
La competenza ora passa alle singole facoltà in nome dell’autonomia e si garantisce solo un misero 6%.
Inoltre se alle elezioni i votanti non superano il quorum fissato al 20%, gli eletti diminuiranno in modo proporzionale al numero degli studenti che si recheranno alle urne.
I risultati di questo meccanismo sono facilmente calcolabili: in un consiglio di cacoltà di 100 persone solo sei saranno studenti. Inoltre, visto che nel sistema universitario è già difficile raggiungere il 10% del quorum, il numero dei rappresentanti si dimezzerà.
Alla luce di ciò la domanda degli studenti : “Cosa misura l’importanza che i diritti hanno per noi? Come possiamo garantirli e difenderli e al contempo negare loro la possibilità di avere una voce?”
I rappresentanti degli studenti dell’Ateneo della Tuscia
Lista Azione Universitaria
Lista Unicentro
Lista NMGS
Lista Sinistra Unita