Senza Filtro - Superficiali e inesatte le dichiarazioni di Meroi a della Allegrini (esponenti locali di An) in riferimento alle accuse mosse all’amministrazione regionale e all’Assessore Bonelli sul tema delle aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone a Protezione Speciale). Tecnici affermati e competenti hanno sono già intervenuti a sottolineare la inconsistenza dei rilievi.
Purtroppo capita di sentire cose non giuste e desolanti, sebbene autorevoli, in campagna elettorale. Alcuni finiscono con il crederci.
Purtroppo altri cedono alla tentazione di sottrarsi alle proprie responsabilità per timore di contrastare gli interessi personali e di piccoli gruppi di potere.
Mi riferisco anche alle posizioni di alcuni amministratori comunali e di Università Agrarie, contrari “a prescindere” a SIC e ZPS, che invece di preoccuparsi di promuovere uno sviluppo locale concreto e sostenibile, vengono meno ai loro doveri di informazione nei confronti dei cittadini. Si beffano della partecipazione dei cittadini e ne lamentano l’assenza!
SIC e ZPS sono per il nostro territorio una grande opportunità. Peraltro alcune esistenti da molti anni.
Quanti sanno che l’intero Lago di Bolsena è una ZPS? Purtroppo non le amministrazioni del comprensorio, che non sono state in grado di trarne vantaggio.
Eppure sono aree nelle quali è possibile intervenire per riequilibrare il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente.
Sono aree nelle quali sarà possibile andare a caccia, secondo le attuali norme regionali e nazionali, e impedire al contempo che si costruiscano infrastrutture come l’antenna di Rai Way di Blera.
Sono aree promosse dalla Comunità Europea nelle quali è consentita la gestione ed il taglio dei boschi e viene gestita la fauna in modo da mantenere la consistenza delle popolazioni autoctone.
Sono consentite tutte le attività esistenti, dal pascolo alla coltivazione intensiva, purché non alterino l’equilibrio naturale, in danno alle specie protette, e siano consentite dalle norme vigenti nei rispettivi settori.
Quale agricoltore, quale cacciatore, quale cittadino avveduto e responsabile non sottoscriverebbe queste condizioni? Molti di noi conoscono lo scempio cui molte aree del viterbese sono state soggette.
Il problema è un altro. Questo territorio non farà un solo passo avanti se gli amministratori non accetteranno l’onere della complessità della loro funzione. Spiegare le questioni complesse ed articolate non è una funzione secondaria del loro mandato, ma un obbligo amministrativo preciso e inderogabile. La questione delle competenze (e dell’indipendenza intellettuale), dei tecnici quanto dei politici, deve essere posta al centro della discussione politica, nei partiti del centro destra quanto in quelli del centro sinistra.
L’onorevole Meroi ha perso una occasione per rimanere in disparte, o per spiegare la sua posizione in modo meno superficiale e propagandistico. Cosa ne pensa del fatto che la provincia di Viterbo ha la più bassa percentuale del centro nord Italia di aree protette? L’ennesimo ultimo posto!
Questo inoltre avviene mentre crolla la fiducia degli stessi cacciatori negli amministratori di centro destra.
Perché, dopo il tentativo andato a vuoto di scardinare la normativa sulla caccia andato avanti per gli ultimi cinque anni, molte delle associazioni venatorie schierate con il centrodestra cambiano coalizione. Abbandonano la Cdl, e in particolare An che in questa legislatura aveva lungamente corteggiato le doppiette italiane e passano sull'altro fronte.
Applicare compiutamente la legge 157 del 1992 in tutto il paese e' quanto emerso dalla riunione che si e' svolta nei giorni scorsi a Roma fra i rappresentanti delle principali associazioni venatorie - Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Italcaccia -, la Legambiente ed esponenti del centro sinistra.
I rappresentanti dei cacciatori hanno chiesto di "superare i guasti provocati dal tentativo di stravolgimento della normativa sulla caccia, a giusta ragione ritenuta all'avanguardia in Europa. Cio' consentira' di sanare la profonda lacerazione creatasi nell'associazionismo venatorio e recuperare nell'opinione pubblica la credibilita' rispetto al ruolo del cacciatore". (estratto da Agenzia Dire 28 marzo 2006) - .
Umberto Cinalli