- Un distretto culturale per la Tuscia che abbia come brand gli Etruschi. Meglio ancora se sostenuto da una legge regionale. E’ questa la proposta politica per il rilancio del Viterbese presentata, ieri mattina al Gran Caffè Schenardi, da Giuseppe Fioroni, leader della Margherita, e da Gianfranco Imperatori, presidente di Capitalia Asset Management e segretario generale dell'associazione Civita.
In particolare Imperatori ha presentato un consistente progetto di distretto culturale elaborato dall’associazione Civita che divide la provincia in quattro aree: Alta Tuscia, area di Viterbo, cintura sud e sistema dei centri storici.
Per ciascuna area sono individuati una serie di progetti culturali che hanno la caratteristica di interagire strettamente con il territorio e con gli altri progetti.
Si va dalla casa dei sapori, alla scuola dell’acqua, dalla fabbrica dell’arte a Valle Faul al distretto equestre.
“La Tuscia può fare irruzione - ha detto Imperatori - in quella che a Lisbona è stata definita “economia della conoscenza”. Stiamo attraversando, come paese, una crisi economica strutturale. E per reagire alla globalizzazione non possiamo certo puntare sulla quantità, ma sulla qualità. I nostri distretti industriali non riescono a sostenere la competizione. L’associazione Civita ha dimostrato, in questi anni di progettazione, che la filiera culturale crea impresa. Dobbiamo fare in modo che i cinque o sei turismi che riguardano il viterbese interagiscano. Il progetto di un distretto culturale, sviluppato dall’associazione Civita, serve proprio a questo. Va poi considerato che un distretto culturale potrebbe avere due bacini di utenza come Roma, con quattro milioni di potenziali turisti, e come il porto di Civitavecchia dove sbarcano ogni anno sei milioni di persone. E’ un anno che aspettiamo che la Regione Lazio dia il via al nostro progetto, ma ad oggi nulla è stato fatto”.
Fioroni ha polemizzato con chi in dieci anni di governo ha realizzato poco o nulla per la Tuscia.
“Non sanno neppure dove dovrebbe essere collocato il centro agroalimentare”, ha detto l’esponente della Margherita.
“Quello che serve è una legge regionale di iniziativa provinciale che permetta di recuperare risorse. E permetta di evitare i contributi a pioggia per indirizzarli a un progetto complessivo finalizzato a un modello di sviluppo che rilanci l’economia”.
All’incontro hanno partecipato il presidente della provincia Mazzoli e l’assessore al turismo Angelo Cappelli.