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Giuseppe Ginnasi |
Senza Filtro - Nella mattinata di domani, si terrà l’assemblea ordinaria della Banca di Credito Cooperativo di Ronciglione, istituto di credito fondato nel 1902 nella cittadina lacustre, dove sono collocate la direzione generale e la filiale di sede ed attualmente opera sul territorio con proprie filiali in paesi limitrofi quali: Sutri, Nepi, Fabrica di Roma, Corchiano e S.Martino al Cimino. Inoltre l’istituto dispone anche di un magazzino merci per i soci, dove essi possono acquistare a prezzi agevolati i prodotti agricoli finalizzati alla produzione.
“Nel corso dell’esercizio 2005 - dichiara il presidente dell’Istituto di credito Giuseppe Ginnasi - la banca ha confermato il suo ruolo di promotrice dello sviluppo del territorio in cui opera rispondendo alle necessità economiche e sociali delle comunità locali in uno scenario caratterizzato da una sempre maggiore competività”.
“La dimostrazione di quanto detto - aggiunge il presidente - sono i risultati conseguiti dalla banca nell’esercizio 2005, che sono del tutto soddisfacenti. Chiudiamo l’esercizio con un utile netto di circa 3.200.000 euro con un livello degli impieghi pari ad 100 milioni di euro e con una raccolta diretta da clientela pari a 154 milioni di euro. L’attività della banca è di tipo tradizionale ed è esercitata soprattutto nei confronti delle imprese di piccole e piccolissime dimensioni, delle famiglie, in una parola di tutte quella categorie che hanno meno la possibilità di accesso al credito presso le banche commerciali e che sono il tessuto imprenditoriale e sociale del nostro territorio di appartenenza.
Tuttavia i positivi risultati conseguiti non ci devono far dimenticare le sfide che ci attendono per il futuro sia in termini di risposte alle novità che le imminenti nuove discipline bancarie (quali ad esempio IAS e Basilea 2) introdurranno già a partire dall ‘esercizio 2006 sia in termini di raggiungimento e di una maggiore efficienza per riposndere alle spinte competitive che il sistema bancario impone e, conseguentemente, rimanere protagonisti dello sviluppo della realtà territoriale di competenza della banca.
La sfida che per il futuro si impone per la banca, è quella di saper realizzare quella efficienza operativa che il mercato richiede per non essere emarginati o esclusi e, contestualmente, mantenere l’identità e l’autonomia che fino ad oggi hanno contribuito Ad identificare la Banca come una “banca differente”.
In tale contesto, la banca ha assunto la consapevolezza che per poter rispondere alle forti spinte concorrenziali dei mercati locali nonché alle dinamiche innovative del sistema finanziario e creditizio.
È sempre più necessario progettare innovazioni organizzative ed operative inserite in un ambito di categoria con la finalità di accrescere l’efficienza, contenere i costi, diversificare i ricavi, rafforzare gli assetti organizzativi e di controllo. E’ proprio Questa Consapevolezza, e cioè che le soluzioni non possono che passare sia per una maggiore integrazione.
Tra le banche di credito cooperativo locali in virtù della maggiore affinità culturale si aper una maggiore integrazione a livello di sistema del Credito Cooperativo, che ci ha spinto ad assumere la decisione di aderire alla Federazione del Lazio Umbria e Sardegna. In particolare, abbiamo condiviso i valori ed il progetto che a livello federativosi sta cercando di realizzare.
Un progetto che vede come priorità la costituzione di un “fondo di garanzia della clientela”, una regolamentzione del marchio del “Credito Cooperativo”, il miglioramento dell’offerta dei servizi nonché lo sviluppo e la formazione di una “ cultura cooperativo”, una maggiore coesione ed integrazione nell’ambito del credito cooperativo attraverso un sistema di “rete di qualità”.
Il primo atto concreto è stata l’adesione della Banca al Fondo Nazionale di Garanzia degli obbligazionisti emesso dalla Banca e sottoscritte dalla clientela. Oggi le nostre obbligazionarie sottoscritte dai clienti sono garantite dal Fondo Nazionale di Garanzia a cui la banca è stata ammessa dopo una verifica della banca effettuata dallo stesso Fondo Nazionale e, quindi in virtù dei suoi positivi risultati raggiunti”.
“Amministrare una banca di credito cooperativo - dichiara inoltre Ginnasi - significa assumere un mandato di fiducia con i soci della banca e con le comunità locali in cui opera. Noi amministratori, ci sentiamo investiti di un ruolo che va oltre l’assunzione delle semplici responsabilità amministrative di legge. In qualità di amministratori ci assumiamo anche delle responsabilità morali e sociali che rappresentano le radici culturali che ci sono state consegnate dagli amministratori che ci hanno preceduto e che fanno parte della storia della banca.
Le radici culturali di cui parliamo hanno determinato negli oltre cento anni di vita della banca una “banca differente” con una propria identità culturale diversa da quella delle altre categorie di banche che operano sul territorio diverse da quelle di Credito Cooperativo.
L’essere una banca differente è una scelta che nel tempo la banca ha sostenuto con forza e che noi intendiamo mantenere per il futuro consolidando il ruolo di banca locale e di impresa a responsabilità sociale. La nostra cultura di impresa è orientata al Socio, al cliente, alla comunità in una parola alle persone.
Una cultura i cui valori sono ben conosciuti ed attuati anche dal personale dipendente della banca che in questi anni ha sempre mantenuto un’elevata qualità nelle relazioni con la clientela e un’efficienza operativa che ha accompagnato i buoni risultati che sono stati conseguiti. A tutto il personale dipendente della banca ed al direttore generale Pizzi, va il mio ringraziamento personale, congiuntamente a quello del consiglio d’amministrazione della banca, per la capacità dimostrata di saper mantenere integra nel tempo la qualità della relazione con la clientela e con i soci".