Senza Filtro - Gentile redazione e direttore,
mi chiamo Stefano Dei e vi scrivo da Viterbo per denunciare un fatto che definirlo increscioso e vergognoso è poco.
Nel 2003 ho perso mio padre e non avendo a disposizione un posto nel cimitero di Viterbo ci è stata assegnata una dimora provvisoria nello stesso. Nel frattempo io e la mia famiglia ci siamo interessati per l'acquisto di un posto nel nuovo cimitero in costruzione.
Nonostante varie peripezie tra cui (a contratto già definito) un aumento del 20% del costo, finalmente circa un mese fa ci hanno assegnato la tipologia di "sarcofago" che avevamo richiesto. Finalmete nella data del 05 aprile, l'agenzia funebre ci contatta per avvertirci dello spostamento della bara dalla dimora provvisoria al nuovo posto.
Come potete immaginarvi, nel rinnovo di un vecchio ma non assopito dolore, ci presentiamo alla data e orario stabilito al nuovo cimitero per lo spostamento. La dimora provvisoria viene aperta davanti ai nostri occhi e la bara tolta dal loculo per il trasferimento. Sin qui tutto "bene" se così possiamo definire l'operazione, senonché ad un certo punto il responsabile dell'agenzia funebre insieme al medico legale bloccano l'operazione perché l'interno del nostro "nuovo" posto, assegnatoci ufficialmente con una lettera da parte dell'assessorato ai servizi sociali, era completamente allagato.
A questo punto mio padre è stato nuovamente rimesso nella dimora provvisoria (come fosse uno scatolone in un magazzino) nell'attesa che si asciughi il nostro "nuovo fornetto".
A questo punto mi chiedo: non credete che l'ambito nel quale ci stiamo muovendo sia piuttosto delicato? E per questo non credete che in operazioni del genere debba essere tutto calcolato alla perfezione? E' possibile secondo voi che dopo aver versato quasi 6.000 euro (con il relativo aumento sopra citato) nelle casse del comune e dopo aver ricevuto una lettera ufficiale di assegnazione da parte del comune stesso nella figura dell'assessorato ai servizi sociali si possano verificare situazioni del genere?
Non credete che forse qualcuno prima dell'operazione avrebbe dovuto verificare lo stato di conservazione di questo "nuovo" posto? Potete avere un'idea della situazione quasi macabra che abbiamo vissuto in quella mezzora e delle conseguenze che questa a avuto a livello psicologico per tutti noi e soprattutto per mia madre? Possibile che il comune non abbia un direttore dei lavori o qualsiasi altra figura che verifichi le lavorazioni effettuate da questa pseudo ditta edile alla quale è il comune stesso ha dato l'appalto dei lavori?
Aggiungo che, secondo voci di corridoio, non è il primo caso del genere che si verifica.
E' una vergogna ma vi assicuro che qualcuno dovrà rendere conto di ciò che è accaduto.
Vi prego di pubblicare questo articolo affinché qualcuno dei nostri politici si dia una svegliata e si renda conto della situazione.
Grazie.
Stefano Dei