Senza Filtro - “La salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori interinali non è a rischio: la giunta sta lavorando per trovare la soluzione più idonea ed è fermamente intenzionata a continuare ad avvalersi del loro contributo. Una soluzione che comunque sarà pienamente in linea con il parere espresso dai revisori dei conti”. Il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli torna sul problema e annuncia un incontro in programma lunedì, “per illustrare la situazione ai diretti interessati e discuterne con loro”.
Mazzoli approfondisce anche i motivi che hanno spinto la giunta a chiedere il parere della Corte dei Conti in merito al rinnovo dei contratti. “Sotto il profilo giuridico si legge nella nota inviata alla sezione regionale del Lazio la somministrazione di lavoro temporaneo non è un’assunzione, in quanto il rapporto di lavoro intercorre tra il somministratore e il lavoratore, mentre l’ente locale è solo l’utilizzatore. Si tratta, quindi, di un contratto commerciale stipulato tra l’ente e il somministratore”, ovvero un appalto di servizi. Questo passaggio spiega il perché non viene condivisa l’interpretazione fornita dalla Ragioneria generale dello Stato.
Poiché ad avanzare eventuali sanzioni non sarà la Ragioneria ma proprio la Corte dei Conti, a quest’ultima è stato chiesto un parere “nell’esclusivo interesse spiega ancora il presidente - di tutelare e salvaguardare la correttezza gestionale e contabile dell’operato di questa amministrazione, sia di governo, sia tecnica”.
Ai fini della regolare gestione finanziaria, si chiede di conoscere la corretta imputazione contabile della spesa per il lavoro interinale ai fini della codifica del Sistema informativo delle operazioni delle pubbliche amministrazioni (Siope). “In altri termini prosegue la nota si chiede di sapere se la spesa in esame deve essere imputata alla voce prestazioni di servizi o personale”. “Nel primo caso conclude Mazzoli - sarebbe infatti esclusa dalle spese per il personale, nel secondo rientrerebbe nel divieto di stipulare nuovi contratti per gli enti che nel 2005 non hanno rispettato il Patto di stabilità”. Il che fa la differenza.