- “Storace? E’ impegnato in una manifestazione all’Adriano a Roma. Se farà in tempo verrà a Viterbo”, Mario Soggiu spiega in questo modo l’assenza del senatore, mentre aspetta che la sala dei Giuseppini si riempia per il primo incontro pubblico di An sotto la sua gestione. E la sala si riempie con un duecento persone.
Tra i presenti Federici, Rotelli, Fracassini, Meroi, Bianchini, Lega, Olmi, Porciani, Contardo, Caravello, Gemini... e poi arrivano anche il sindaco Gabbianelli e Rampelli. Di Storace, Allegrini e Bonatesta neppure l'ombra.
Ma l’intervento più atteso è proprio quello di Soggiu.
“Voglio la collaborazione di tutti nessuno escluso - esordisce -. Io non sono capace da solo di gestire questo partito, voglio la collaborazione di tutti. Per traghettare An verso il congresso. Questo partito è strano. All’esterno abbiamo solo avversari, mentre all’interno abbiamo nemici. Così non è più possibile proseguire. Ci siamo dilaniati per anni con tutto quello che ne consegue. E nonostante il cannibalismo gli elettori continuano a darci fiducia. Penso a quale potrebbe essere stato il risultato elettorale con un partito unito”.
Soggiu traccia un itinerario per uscire dal commissariamento.
“Prima vanno celebrati i congressi di tutti i circoli e poi si va al congresso provinciale. Non ci dovrà essere più nessun commissario. Ma non vogliamo che si vada a un congresso con gli elenchi telefoni. Con gente che non si è mai vista e che viene solo a votare al congresso. Dobbiamo tornare ad essere il primo partito della provincia. Dovremo essere la spina dorsale del partito unico”.
E poi mentre arriva Gabbianelli, se ne esce con una battuta: “Il sindaco è un mio ottimo amico. Non è colpa né mia né sua”.
Non manca una staffilata alla vecchia gestione.
“In questa provincia il centrodestra è in testa. Abbiamo perso la Provincia per colpa anche nostra. Nel nostro partito la scelta delle candidature è stata “delittuosa”. Avremmo vinto se non ci fossero state le epurazioni. Se nella prossima tornata elettorale vinceremo a Tuscania, torneremo a vincere anche la Provincia”.
Soggiu chiude con una sorta di appello: “Non mi lasciate solo. Voglio caratterizzare la mia gestione con il sorriso. Sorriso, sorriso, sorriso”.
E’ la volta di Meroi che ancora una volta spiega che non ha gradito le scelte fatte dal partito, ma annuncia che non farà un passo indietro per quanto concerne la sua militanza.
“Non possiamo passare - dice Meroi - la maggior parte del nostro tempo a insultarci, bisogna tornare a fare politica. Dobbiamo coinvolgere tutti nella gestione del partito. Credo che Soggiu sia la persona giusta ed ha tutto il mio appoggio”.
Non manca un bacchettata a Laura Allegrini, assente all’incontro.
“Nessuno può dire che i 36mila voti di An sono suoi. Quei voti sono di tutti. Avrei detto questo anche se ci fosse stata la Allegrini”.
E poi rivolgendosi al sindaco ”Non mi è piaciuto quando hai detto che non abbiamo fatto campagna elettorale”.
Dopo l’intervento di Rampelli tocca A Gabbianelli. Che vola subito nell’empireo della politica nazionale e internazionale. Salvo commuoversi fino alle lacrime perché tra il il pubblico c’è il nipote, e dirsi pronto a lasciare la carica di sindaco “se dovesse costarmi sul piano della coerenza culturale ed etica”.
Arriva un elogio di Soggiu.
“Soggiu nel 2001 è stato eletto ed ha gestito bene il partito perché ha fatto gli interessi di una intera comunità. Insomma tutti continuano a parlare di Soggiu come un commissario, ma l’altra volta è stato eletto all’unanimità. E’ una persona che non mi ha mai chiesto nulla. E’ questa la nostra pulizia. Ben tornato Mario ti consegnamo i nostri cuori, i nostri sogni”.
Insomma tutto bene, salvo l’ultima metafora di Fracassini: “Abbiamo passato un lungo inverno e oggi è arrivata la primavera”. Peccato che uscendo il tempo fosse cambiato e pioveva come non mai. Sarà un segno?