Senza Filtro - Carlo Azeglio Ciampi succederà a se stesso? E nel caso il Parlamento tra qualche giorno decida di confermarlo alla massima carica dello Stato per altri sette anni, non vi è il rischio, paventato dallo stesso Ciampi, che si dia vita a una sorta di “monarchia repubblicana”?
L’occasione per dibattere su una delle scadenze più importanti dell’attuale, delicato passaggio politico-istituzionale italiano, la scelta del presidente della Repubblica, è offerta dalla presentazione del libro “Carlo Azeglio Ciampi, Dizionario della Democrazia”, curato dal giornalista del Sole24Ore, Dino Pesole. Ne discuteranno il 3 maggio alle ore 14,00, presso l’aula magna della facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, Massimo Ferrari Zumbini, preside della Facoltà, Stefano Folli, editorialista del Sole24Ore e Giovanni Sabbatucci, docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. Il dibattito sarà moderato da Francesca Anania, docente di Storia del Giornalismo all’Università degli Studi della Tuscia.
Difesa dei principi cardine della nostra democrazia parlamentare, rispetto assoluto della Costituzione repubblicana nella quale vive “lo spirito della Resistenza”, riaffermazione dell’identità nazionale attraverso la riscoperta dei “simboli” ma anche attraverso un costante recupero della memoria storica del nostro Paese, risanamento dei conti pubblici, l’Europa, il suo appassionato viaggio in tutte le 103 Province italiane, la difesa a tutto campo del principio costituzionale dell’unità e indivisibilità della Nazione. Queste le idee forza del presidente Ciampi, arbitro imparziale nell’arco di un settennato caratterizzato da fortissime tensioni politiche.
“Come guida ha detto il 18 maggio del 1999, nel suo discorso di insediamento ho la Costituzione, le nostre tradizioni democratiche, il giuramento prestato dinanzi ai rappresentanti eletti della nazione, la mia coscienza”.
Quella di Ciampi osserva Sergio Zavoli nel ritratto del presidente, contenuto nel libro è stata un’instancabile opera di pedagogia civile, “dove la riscoperta del sentimento di italianità si lega all’idea di un’Italia non solo storicamente, ma anche socialmente, civilmente, culturalmente solidale”. Democrazia è partecipazione, ma anche rispetto delle regole, a partire dal settore cruciale dell’informazione, oggetto dell’unico messaggio inviato alle Camere nel corso del settennato, il 23 luglio 2002. Non c’è democrazia senza pluralismo dell’informazione ha più volte ammonito Ciampi -. Senza un’informazione ampia e responsabile, non può formarsi un’opinione pubblica “critica e consapevole”. Poi i grandi tempi dell’economia. Per far sì che l’Italia superi l’attuale fase di stagnazione, non bisogna cedere alla sindrome del declino. Occorre suscitare “la scintilla, lo scatto”, e soprattutto occorre “fare sistema”.