Senza Filtro - Ministri del culto islamico e volontari indicati dal Centro islamico culturale d'Italia e dall'ufficio del garante regionale dei diritti dei detenuti potrebbero presto garantire un sostegno pratico, morale e religioso alle centinaia di reclusi di fede musulmana nelle carceri del Lazio.
Lo prevede un protocollo d'intesa firmato dal garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni e dal segretario generale del Centro islamico culturale d'Italia Abdellah Redouane.
Nel protocollo è infatti previsto che il garante intervenga presso l'amministrazione penitenziaria per permettere l'ingresso in carcere di volontari musulmani e ministri del culto islamico.
Nella loro attività nei 14 istituti di pena del Lazio i collaboratori del garante dei detenuti hanno riscontrato che fra gli oltre seimila reclusi della regione ci sono diverse centinaia di stranieri di fede e cultura islamica, in gran parte soggette a pene di lieve entità, che hanno scarsi o nulli rapporti con le famiglie e con le loro autorità consolari e vivono in condizioni di disagio materiale e spirituale.
«Spesso queste persone - ha detto il garante dei detenuti Angiolo Marroni - per la loro condizione di immigrati e detenuti, non hanno la minima possibilità economica nemmeno per le esigenze più elementari, non hanno familiari che possano sostenerli, né altre persone cui rivolgersi. Non hanno, per difficoltà linguistiche e per non conoscenza di leggi e regolamenti penitenziari, la possibilità di far valere i loro diritti, tra i quali in circa due terzi dei casi, la concessione di pene alternative al carcere».
Il garante dovrà promuovere la formazione di studenti e laureati musulmani che vogliono iniziare la carriera forense, favorendone l'inserimento in studi legali per assistere detenuti della loro lingua e cultura.
Il garante dovrà anche sostenere il Centro islamico culturale nella creazione di associazioni e cooperative senza fini di lucro per l'assistenza a detenuti ed ex detenuti e dovrà intervenire sulla magistratura perché ai detenuti musulmani siano concessi i benefici di legge.
Con il protocollo, il Centro islamico culturale si impegna ad entrare nelle carceri, dando sostegno ai detenuti e orientandoli perché possano reinserirsi nella società; a sensibilizzare la comunità islamica sui problemi e le necessità dei detenuti con iniziative finalizzate alla ricerca di alloggi e posti di lavoro e alla raccolta di cose utili per il carcere. Il Centro islamico interverrà anche su ambasciate e consolati di paesi islamici perché non dimentichino i loro connazionali in carcere.