Senza Filtro - E’ partito ieri nell’aula magna dell’Itis il primo “Corso sui crimini ambientali - Le norme procedurali penali applicate alla normativa ambientale”, organizzato dal Laboratorio di educazione ambientale della Provincia.
Scopo: incrementare le capacità di intervento da parte delle forze dell’ordine non specializzate nel settore.
Il corso è tenuto dalla società Diritto all’Ambiente-Corsi & Formazione, con i docenti Maurizio Santoloci, magistrato di Cassazione, Roberto Mastracci, consulente tecnico ambientale per tribunali e procure, e l’ avvocato Daniele Carissimi, che affronteranno le tematiche dal punto di vista giuridico, procedurale e tecnico scientifico.
Intanto le adesioni hanno superato quota 300. Procura della Repubblica, Questura, Prefettura, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato, Polizia municipale, personale del settore ambiente dei Comuni della provincia, guardie giurate delle associazioni ambientaliste, Arpa Lazio, guardiaparco, personale dell’assessorato Ambiente, Polizia provinciale: tutti hanno risposto all’appello, anche al di fuori dei confini della Tuscia.
“La scelta di questo percorso ha detto il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli è emersa dalla situazione in cui questa amministrazione si è trovata al momento del suo insediamento, con la scoperta delle tre discariche di rifiuti tossici a Cinelli, Castel S.Elia e Capranica. Abbiamo quindi voluto agire su due fronti: intervenendo sull’emergenza con un tavolo di lavoro rafforzando la capacità di controllo del territorio, per far sì che si possa continuare a puntare su sviluppo e turismo. Ma soprattutto perché ciò che è stato emergenza un anno fa non debba più ripetersi. Santoloci nel settore che si va a toccare è la principale autorità: anche grazie a lui vogliamo allargare il discorso della partecipazione, guardando stavolta alla prevenzione. E il fatto che siano arrivate adesioni da fuori i nostri confini significa che abbiamo colto nel segno e che il tema è molto sentito”.
“Il corso ha proseguito Di Meo è articolato in quattro giornate: i prossimi appuntamenti il 4, 11 e 25 maggio dalle 15 alle 19. Questa iniziativa è rivolta alle forze dell’ordine e operatori proprio per riuscire a mettere più soggetti possibile nelle condizioni di poter intervenire in caso di necessità, ad esempio nel momento in cui venga individuato un mezzo pesante con carico sospetto. La Tuscia non può e non deve essere famosa per i rifiuti tossici, quindi non ci fermeremo qui. Con Santoloci abbiamo iniziato un percorso destinato a proseguire: è in programma un nuovo corso e una ulteriore giornata insieme al prefetto. Abbiamo uno scopo preciso: voltare pagina”.
Il magistrato Santoloci, direttore del corso, a Palazzo Gentili ha trovato le porte aperte. “Su tali tematiche la sensibilità della Provincia è stata notevole e in questo progetto c’è molta forza vitale. Eravamo partiti con una semplice idea, che poi ci è sfuggita di mano ampliandosi: oggi tra le adesioni troviamo anche la guardia costiera di Trieste, ma sono arrivati da molte altre città d’Italia. L’obiettivo, dunque, da locale è diventato a livello nazionale. Andremo a toccare una nuova normativa che tra pochissimo entrerà in vigore, sarà dunque un momento di confronto e di scambio di idee, spiegando però soprattutto chi deve fare cosa e in che modo, ovvero come intervenire in caso di necessità”.
“ Il 1 giugno ha concluso il dirigente del settore Ambiente, Alberto Pecorelli è un programma una ulteriore giornata insieme all’Arpa sulle tematiche riguardanti suolo, acqua e atmosfera”.
Il programma del corso
PROVINCIA DI VITERBO - ASSESSORATO AMBIENTE
(“Tecnica di Polizia Giudiziaria Ambientale” è un marchio registrato con il n. RM/2005/C/005420 presso la
Camera di Commercio di Roma da “Diritto all’Ambiente” e protetto dalla legge sulla protezione dei marchi e del copyright anche in sede penale - La tutela del marchio è affidata allo Studio legale Nespega & Partners di Roma)
27 aprile 2006
1) Criminalità ambientale e strategie investigative di contrasto: il quadro di riferimento operativo e di principio attualizzato alla luce del nuovo T.U. ambientale
2) Il concetto di gestione dei rifiuti e le attività illegali puntiformi, associate ed organizzate innestate sulla filiera dello smaltimento e dei falsi recuperi
3) Gli “smaltimenti in bianco” e le strategie criminali per dissimulare le attività finali di gestione illegale di rifiuti con ricorso a maschere formali e documentali apparentemente regolari
4) Le problematiche connesse ai depositi temporanei extraziendali ed alle altre artificiose forme di gestione illegale
5) Question time con i partecipanti all’incontro su aspetti operativi e di principio di interesse generale
4 maggio 2006
1) La competenza trasversale di tutti gli organi di PG per tutti i reati ambientali e la posizione storica della Cassazione sulla trasversalità della competenza
2) Le funzioni di PG per gli organi amministrativi di controllo (in particolare ARPA e tecnici della Provincia): fonti, doveri operativi, limiti di competenza e rapporti con gli organi di PG statali e locali
3) Gli illeciti penali ambientali e la rilevanza primaria dell’elemento soggettivo del reato nella fase delle indagini di P.G.
4) Il dolo e la colpa: elementi essenziali in sede di indagine che devono essere documentati e sviluppati in successiva comunicazione di notizia di reato
5) Il dolo eventuale: concetto particolarmente importante nei reati di inquinamento idrico
6) L’elemento soggettivo e l’individuazione preliminare del soggetto responsabile: particolari cautele ed approfondimenti nei sistemi aziendali con deleghe e gestori (di fatto e formali)
7) Le conseguenze procedurali e dibattimentali per un accertamento privo di elemento soggettivo. Esempio manualistico: la errata prassi comune per i prelievi in materia di inquinamento idrico con presunta “responsabilità oggettiva” del titolare dello scarico
8) La polizia giudiziaria ambientale, le attività di iniziativa della PG nella filiera logica procedurale prevista dal codice di procedura penale per la repressione dei reati ambientali
9) Sviluppo del concetto inerente il dovere di impedire le conseguenze ulteriori del reato in relazione agli illeciti ambientali ed in relazione ai reati in stato di tentativo, in via di consumazione ed in relazione a reati già consumati
10) La ricerca degli autori del reato; il problema specifico dei reati ambientali realizzati a livello aziendale e la titolarità conseguente
11) Assicurazione delle fonti di prova e metodologie connesse con i reati ambientali - Differenza fondamentale a livello pratico ed operativo tra assicurare le “prove” ed assicurare le “fonti di prova”; concetti specifici relativi e conseguenze procedurali
12) La prassi errata di continuare ad assicurare le “prove” secondo il pregresso codice procedurale e la necessità di operare per assicurare le “fonti di prova” in linea con il codice procedurale vigente: esempi pratici per illustrare i casi concreti e le diverse conseguenti procedurali
13) Accenni sul connesso concetto di “atti irripetibili” e di prova che si forma in dibattimento
14) Question time con i partecipanti all’incontro su aspetti operativi e di principio di interesse generale
11 maggio 2006
1) Le regole per la misurazione ed il controllo degli scarichi idrici - Le violazioni tabellari come “inquinamento” formale - Il concetto di “inquinamento formale” e di “inquinamento sostanziale” letto alla luce del regime dei prelievi
2) Gli obiettivi dei prelievi: in azienda, nel corpo ricettore, in siti e punti particolari
3) Il punto di prelievo - Il pozzetto di ispezione in azienda - La dinamica dello scarico e i punti validi per i prelievi anche in eventuale assenza del pozzetto -Il prelievo per inquinamento diffuso sui corpi ricettori e sul territorio in generale
4) Gli accessi per gli organi ispettivi - Gli organi competenti per i prelievi - Poteri e doveri del titolare e dei dipendenti dell’azienda sede del controllo
5) I prelievi e le analisi: disciplina e problemi operativi Aspetti formali su prelievi ed analisi Le garanzie difensive - Prassi e modalità per il prelievo in azienda
6) La differenza tra i prelievi finalizzati alle attività preventive e gestionali amministrative ed i prelievi finalizzati ai controlli sanzionatori: diversità di personale, ruoli, funzioni e procedure
7) Avvisi contestuali, preavvisi, notifiche e protocolli formali: le procedure da rispettare da parte dei controllori e dei controllati - Il regime giuridico delle notifiche di avvisi e preavvisi - I prelievi a sorpresa
8) L’esame in laboratorio ed il preavviso necessario
9) Il metodo di campionamento e le problematiche giuridiche e procedurali connesse
10) Prelievi, campioni e referti Modalità giuridiche del prelievo in azienda e sul territorio
Il prelievo su strada in caso di trasporto di rifiuti liquidi o rifiuti liquidi di acque reflue - Disciplina giuridica dei campioni - E’ necessario realizzare tre campioni o è sufficiente un solo campione?
11) Le prassi amministrative per i prelievi e le analisi e il frequente omesso accertamento sul dolo e sulla colpa - Gli aspetti soggettivi negli eventuali illeciti riscontrati in seguito a superamento tabellare: tema sottovalutato ma in realtà rilevantissimo per la sussistenza dei sistemi sanzionatori
12) Question time con i partecipanti all’incontro su aspetti operativi e di principio di interesse generale
26 maggio 2006
1) La responsabilità all'interno dell'azienda tra titolare, soggetto delegato e gestore e del depuratore - Le evoluzioni della responsabilità penale all’interno dell’azienda - La delega interna aziendale disciplinata dalla Cassazione
2) I reati “satelliti” in materia di inquinamento idrico: gli articoli 635/II comma n. 3 e 674 del codice penale La normativa sui vincoli paeaggistico-ambientali
12) L’importanza della giurisprudenza per la P.G. - I principi sostanziali e procedurali dedotti dalle sentenze di primario interesse per la PG - Che valore riveste la giurisprudenza nella fase delle indagini per ciascun operatore di PG?
13) La comunicazione di notizia di reato alla magistratura per illeciti ambientali - La differenza tra l’attuale comunicazione di notizia di reato ed il pregresso “rapporto” di polizia: differenze sostanziali e profondamente sostanziali - L’organo di PG deve prendere posizione nella comunicazione ed ipotizzare un reato specifico? O deve limitarsi ad “esporre i fatti”? Ipotesi di protocollo da seguire in sede di redazione pratica della comunicazione.
15) L’operatività delle indagini di polizia giudiziaria in relazione al futuro epilogo dibattimentale Gli atti irripetibili
16) La deposizione testimoniale dell’operatore di polizia giudiziaria in aula di udienza: punto fondamentale del dibattimento penale
17) Le annotazioni, utilissime per le indagini in materia di reati ambientali
18) Le perquisizioni nei reati ambientali ai sensi del codice di procedura penale
19) L’importanza del sequestro nel contesto dei reati in materia di inquinamento - Problemi pratici-operativi e giurisprudenza in materia di sequestri di iniziativa della PG - Deve essere la PG o il PM ad eseguire il sequestro? Un manufatto abusivo terminato può essere ancora sequestrato di iniziativa dalla P.G.? Un esame della giurisprudenza della Cassazione su tale aspetto specifico.
20) I rilievi fotografici nella denunce per reati ambientali
21) Question time con i partecipanti all’incontro su aspetti operativi e di principio di interesse generale
I partecipanti al corso potranno continuare un rapporto diretto con i docenti attraverso i servizi gratuiti on line e nel web seguendo il sito “Diritto all’Ambiente” www.dirittoambiente.net