Senza Filtro - La Tuscia, un territorio dove sono incastonati 60 Comuni poco distanti tra loro, a non più di 45 km dal capoluogo, tra l'altro, centro geografico naturale della provincia.
Proposte turistiche che spaziano dal mare ai laghi, dalla montagna e collina estiva alle acquee sulfuree, da tesori d’arte e architettonici a siti etrusco-romani di inestimabile valore, musei di ogni specie stracolmi di reperti, borghi medievali, aree protette e comunità montane, folklore del più autentico e ben rappresentato, produzioni locali e gastronomia delle più apprezzate, il tutto, diciamolo, non sempre conosciuto dagli stessi residenti.
Migliaia di imprese che hanno investito nel comparto turistico sperando di poter lavorare tutto l'anno e non solo in luglio, agosto o in qualche fine settimana, basandosi su provenienze turistiche a corto raggio.
Il nostro territorio è atipico. Non abbiamo città che possano giustificare periodi di soggiorno medio-lunghi ma possiamo vantare situazioni di grande interesse, sparse in ogni più piccolo Comune.
I miracoli operati in città fantasma come era Viterbo, da Amministrazioni comunali che in quest’ultimo decennio hanno attirato turismo grazie a sapienti strategie di marketing e con elegante visibilità proposta attraverso fiction ed eventi di grande rilevanza, non possono rimanere isolate e tanto meno retrocedere.
Questo caratteristico prodotto turistico chiamato Tuscia, unico nel suo genere, frammentato nella localizzazione di risorse storiche, ambientali, culturali ma circoscritto ad una piccola estensione, può e deve poter contare su un turismo che pur distribuendosi secondo piacimento tra le numerose tipologie di soggiorno sparse ovunque, possa poi liberamente muoversi creando un intreccio che vada ad esplorare senza confini i nostri meravigliosi siti.
Un turismo, così come accennato, presuppone cinque requisiti: un movimento di turisti dai numeri ben diversi da quelli attuali; una preparazione specifica e professionale degli addetti al settore ricettivo; un efficiente servizio pubblico di collegamento interno; centri di prenotazione noleggio auto, ma soprattutto quella svolta nei collegamenti rapidi, possibile soltanto con l’aeroporto civile a Viterbo, di collegamento con scali nazionali maggiori.
Puntando sul vettore aereo per incrementare le presenze turistiche nella Tuscia, automaticamente si va ad esercitare una selezione degli ospiti pur aumentando notevolmente i numeri.
Quindi non un turismo di massa mordi e fuggi, ma ospiti qualificati, professionisti, imprenditori e turisti stranieri, oggi assenti, che potrebbero sfruttare la rapidità dei collegamenti aerei per inserire la Tuscia nelle loro mete. La bravura nel far accadere questo rimane agli imprenditori e alle amministrazioni ed enti preposti.
Detto ciò, viene con se che questa svolta non può avvenire soltanto con il raddoppio della Cassia. La Cassia ha una funzione propria che non può essere ulteriormente rinviata ma non è la manna che ci proietta nel mercato turistico così come si vorrebbe.
Credo che dopo questa semplice analisi, sia chiara la diversità di beneficio apportata dal collegamento viario rispetto a quello aereo. Non si possono disattendere le attese di migliaia di operatori e il progresso economico della Tuscia, quindi, si auspica sempre in maggiori interventi costruttivi e non distruttivi.
Non oso pensare al grave danno economico e di sviluppo del territorio che si potrebbe creare se per una misera ed irresponsabile competizione politica si dovesse boicottare o peggio, impedire o ritardare un’opera così importante per l’interesse collettivo. Il nostro comitato ha proprio questo fine.
Essere portavoce di cittadini, imprenditori, professionisti e amministratori, per sostenere in ogni sede, con la collaborazione di tecnici, legali ed esperti del settore, l’assoluta necessità ed impellenza di realizzare, anche a Viterbo, un aeroporto civile commerciale, di sicurezza sociale e sanitaria prima che altri, a noi molto vicini, con un colpo di mano ci sottraggano quest’unica e irripetibile opportunità.
Maurizio Pinna
segretario del Comitato per l’aeroporto