Senza Filtro - Con il sistema elettorale attuale, il sindaco è espresso dalla coalizione vincente dei partiti.
Il sindaco a sua volta, valutate tutte le necessità amministrative, e le opportunità politiche, stabilisce il numero degli assessori sufficiente per amministrare, e n'esegue la nomina.
Espletate tutte le formalità di rito, ossia fatto il pieno di entusiasmo, di uomini giusti e di promesse fatte e da onorare, si inizia a lavorare.
Visto il puntiglioso e scrupoloso lavoro iniziale per la messa a punto della macchina amministrativa, gli intoppi sembrano impossibili. Purtroppo non è così; il subconscio del politico è imprevedibile.
Si pensi a quanto accaduto al sindaco Gabbianelli. Una folgorazione (come quella di S.Paolo sulla strada di Damasco) “impone” al consigliere Nando Gigli l’abbandono delle fila di FI e l’approdo nelle fila dell’Udc.
Questa folgorazione però, si presenta in forma contagiosa per gli aderenti a FI e colpisce contemporaneamente! altri sette consiglieri e tre assessori che approdano anche questi all’Udc.
Per “incidens” mi permetto di osservare che solo una folgorazione “divina” li poteva esonerare dal non tenere conto dei doveri umani, ossia che sono stati eletti con i voti di FI e che quindi, se non ne condividevano più le idee, avrebbero dovuto dare le dimissioni, ossia consegnare il mandato di consigliere e le relative poltrone agli elettori di FI (e non dell’Udc) permettendo la surroga dei primi non eletti della relativa lista.
Questo “incidens” vale per ogni tipo di transumanza, ed è auspicabile che gli elettori non dimentichino la pesante ed offensiva mancanza di rispetto nei loro riguardi.
La transumanza avvenuta nel consiglio comunale di Viterbo, in ogni modo non avrebbe dovuto creare problemi al quorum della maggioranza, in quanto ha creato un mescolamento di consiglieri ed assessori, ma solo fra i banchi della stessa.
Rimanendo immutati consiglieri, programma e sindaco, i voti pur arrivando da banchi diversi della maggioranza dovrebbero portare alla stessa somma. Proprietà invariantiva dell’addizione: “Variando l’ordine degli addenti la somma non cambia”. Sembra che non sia proprio così.
Si è appurato che il solo rimescolamento d’elementi della maggioranza può produrre lo stesso quorum iniziale solo se si aggiunge un nuovo assessore agli otto già esistenti.
Il sindaco che sembrava inamovibile rispetto al verificarsi di questo di questo “grande, evento”, ha poi ceduto alle insistenze. Perché? Il cittadino almeno vuol sapere il motivo di questo inutile (in quanto sulla carta è inutile) sperpero di denaro pubblico.
Un’altra folgorazione? Questa volta però sulla strada della crisi minacciata da FI?
In ogni modo vorrei assicurare gli elettori che la proprietà invariantiva dell’addizione è sempre valida; è invece meno valida, poco chiara e poco rispettosa del denaro pubblico la nomina di un altro assessore, nomina che Garinei e Giovannini nella loro commedia musicale avrebbero espresso cosi: Aggiungi un posto a tavola... tanto paghiamo noi.
Osvaldo Ercoli