- Mi sento in dovere, dopo la costituzione della associazione per il Partito democratico di cui ha dato notizia la stampa locale, di spiegare e le ragioni della associazione e le ragioni che mi hanno spinto a partecipare.
Non perché credo che queste spiegazioni interessino all’universo mondo, ma perché esse influiranno, spero, sulle decisioni che altri prenderanno nel prossimo futuro, in special modo i miei amici.
Dunque, l’associazione, che prevede la partecipazione anche di iscritti ai partiti e quindi non ha pretese di esclusività, si prefigge lo scopo di curare la nascita del Partito democratico, di sollecitare la partecipazione dei partiti, di stimolare le decisioni propedeutiche, preliminari, preparatorie del processo politico che porterà alla nascita del tanto atteso “nuovo”, del partito che non c’è, del partito che lungi dallo scoraggiare la partecipazione dei cittadini, la solleciti. E la ottenga soprattutto.
Ricordo l’emozione della mia prima partecipazione al mondo dei girotondi, dove lo spettacolo, l’essenza, il momento felice, non consisteva in quel che sul palco avveniva, ma in quel che succedeva tra la gente, nella festa popolare, semplice e profonda, sorridente e felice.
Ecco, questo è il partito che non c’è e che vorrei contribuire a far nascere. E poi c’è il popolo delle primarie, che sente, vive, partecipa ed aspetta che nasca una sensibilità nuova che ne favorisca la partecipazione politica.
Troppe motivazioni? Forse, ma ben vengano rispetto all’aridità dell’avere, degli interessi, della politica come concertazione degli egoismi.
Certo, si deve fare i conti anche con questa dura realtà, ma non solo con questa, perché, che piaccia o no, la realtà non si esaurisce con la disciplina dell’ “avere” ma essa è soprattutto “essere”, coscienza e poesia, etica e cultura. E senso religioso, soprattutto.
Bene, tutto ciò premesso, permettete, cari amici, candidati o meno, che vi inviti tutti, Democratici di sinistra, Democratici della Margherita, Socialisti, Repubblicani, Verdi, Radicali, progressisti tutti, a partecipare in prima fila, a lavorare per far nascere il partito che non c’è.
Perché la democrazia è una, e troppo fragile per eccessivi distinguo, se non la viviamo fino in fondo, subito, ora, rischiamo di perderla.
Sarebbe un buon segnale se tutti i candidati di centrosinistra aderissero pubblicamente all’associazione.
Severo Bruno