- “La destra italiana ha tradito se stessa. I suoi valori. Il suo compito”, Domenico Fisichella, uno dei fondatori di An, ed ora candidato al senato della Margherita, è durissimo con quella che fino a poco tempo fa era la sua parte politica.
Fisichella da docente di scienze della politica, quale è, fa un elenco dei tradimenti della destra, nel corso di un incontro presentato dal segretario della Margherita Provinciale Marcello Mariani e alla presenza di Francesco Ciprini e Aldo Fabbrini.
“La destra ha lasciato passare una riforma costituzionale incompatibile con l’unità nazionale - spiega Fisichella -. Il sistema elettorale è esattamente il contrario di quello che per anni An ha propugnato: il maggioritario. In politica internazionale, la destra da sempre è stata eurocentrica con venature di antiamericanismo anche eccessive. Ed ora si è passati ad un accondiscendenza totale con gli Stati Uniti. La politica economica è quanto di più distante dall’impostazione della destra. Attenta al sociale, ad un equilibrio tra uguaglianza e libertà. Oggi la destra mi sembra totalmente piegata alle logiche economiciste. C’è infine il mancato rispetto delle regole con le leggi ad personam e per quanto riguarda il sistema mediatico e il conflitto di interessi”.
Insomma: “il berlusconismo - sentenzia il professore - è il vero problema della destra. Problema che ha impedito di rispettare i suoi valori”.
Ancora una pausa e un’altra sentenza.
“Rimprovero alla destra di non essere stata destra. An doveva riequilibrare la Lega, che è un grande fattore di disordine civile, ma in realtà si è totalmente piegata alle sue logiche. In particolare con la riforma costituzionale. La verità profonda è che la forte pulsione antipolitica del berlusconismo ha avuto la capacità di dissolvere le caratteristiche della destra”.
Fisichella tenta anche di spiegare altre ragioni del suo passaggio dal centrodestra al centrosinistra.
“Nel ‘74 c’era bisogno di impedire alla sinistra, che ancora non aveva concluso il processo di revisione, di andare al governo. E lo si fece con le forze che erano in campo, compresa Forza Italia. Il processo di revisione in questi anni è andato avanti. Due anni fa dissi a Fini: dai un segnale di autonomia, non farti risucchiare dalla crisi del berlusconismo. Ora è troppo tardi. E quella storia di prendere voti in più rispetto a Forza Italia è qualcosa che non esiste. An non potrà prendere un più voti di Forza Italia. E poi, basti vedere la virulenza della campagna elettorale di Berlusconi per capire che in campo in primo luogo per battere i suoi alleati. Ora Berlusconi sta tentando la carta della paura, sta dettando l’agenda elettorale”.
Su Bertinotti e candidature come quella di Caruso e Luxuria.
“Bertinotti certamente porrà grandi problemi economico sociali su cui troveremo un equilibrio. Ma Bertinotti non ha messo mai in discussione l’unità nazionale. Le ultime posizioni di Bertinotti appaiono interessanti quando dice di voler porre al centro la persona. Quando parla di riequilibro tra libertà e uguaglianza. La Lega ha fatto danni seri. Basti pensare alla riforma costituzionale, che crea conflitti tra regioni e stato. Tra i poteri dello stato. Conflitti che ci rendono più deboli nella competizione internazionale. Caruso e Luxuria? Non credo che Caruso diventerà ministro dell’industria. E Luxuria delle pari opportunità”.
Insomma una distruzione sul piano politico concettuale dell’azione politica della destra e nello specifico di An.