Senza Filtro - Da oltre un decennio assistiamo spaesati alla crescente affermazione di stili di comportamento, sociale e politico, che sradicano le regole e calpestano i diritti.
La sconfitta elettorale del centrodestra, affossando tali tendenze, potrà aiutare il processo di rilancio e di rinascita del paese. Riteniamo però che questo risultato, da solo, non sia sufficiente. La sfida a governare l’economia globalizzata, dimostrando l’insufficienza delle culture politiche riformiste tradizionali, ci obbliga ad un salto di qualità.
Per questo crediamo nel Partito Democratico. Perché esso rappresenta l’orizzonte strategico verso il quale convogliare i progetti, le idee, e la voglia di partecipazione di quanti pensano che il nostro paese meriti più democrazia, più libertà e più giustizia.
Perché solo con la nascita del Partito Democratico sarà possibile rappresentare degnamente il bisogno di cambiamento e innovazione e rispondere con efficacia alla richiesta di nuova politica e di vera unità.
E’ quello che chiedevano i milioni di cittadini che il 16 ottobre hanno partecipato alle elezioni primarie dell’Unione. Molti fra essi erano militanti attivi o convinti sostenitori dei partiti esistenti. Molti altri erano però cittadini normali, donne e uomini senza partito, ma non per questo anti-partito. Molti credevano e credono nella possibilità che il centrosinistra possa rapidamente superare le inutili barriere che lo frammentano ed avviare processi di semplificazione e di unificazione.
L’Associazione per il Partito democratico non ha la presunzione di rappresentare tutti quei cittadini, ma nasce per stimolare i partiti riformisti a mantenere l’impegno, subito dopo le elezioni e comunque vadano le elezioni ad avviare il processo di costituzione del nuovo Partito, unitario, plurale e riformatore. E per evitare che quel processo si fermi ai vertici dei partiti ovvero si limiti al coinvolgimento delle loro strutture organizzate.
Per questo chiediamo a tutti coloro i quali condividono questa convinzione di aderire all’Associazione, di appoggiare il 9 e 10 aprile i partiti dell’Unione e, in particolare, di sostenere con il voto e con la propaganda la lista dell’Ulivo alla camera dei deputati.
Leopoldo Alimelli, Antonio Altissimi, Paolo Antonini, Carlo Aronne, Pasquale Autunno, Giovanni Bartoloni, Giuseppe Battaglini, Renzo Benedetti, Stefano Bevilacqua, Marco Bondini, Pasqualino Blundo, Stefano Boni, Franco Bravi, Antonina Bruno, Roberto Bruno, Severo Bruno, Domenico Cancilla, Duilio Capati, Marco Caprio, Cesare Celletti, Gianluca Cerci, Maria Cristina Chiaravalli, Francesco Claudiani, Domenico Cocucci, Anna Comparini, Aurora Comparini, Maurizio Conti, Augusto Corso, Giovanna Craba, Maria Grazia Cusi, Ovidio Cusi, Paola Cusi, Nicola d’Ecclesia, Mario De Cesare, Adriana De Santis, Alberto De Santis, Giovanni De Santis, Massimo De Santis, Egle Di Marco, Mariella Di Pietro, Rossana D’Onofrio, Alessandro Ercoli, Giorgio Falcioni, Paolo Fatiganti, Emanuela Ferazzoli, Federica Fabbrini, Mauro Ferramondo, Ovidio Flamini, Angelo Gigliotti, Rodolfo Latini, Miraldo Luparini, Anna Teresa Macchioni, Maurizio Maltese, Fausto Mancini, Mauro Marini, Rita Marini, Cinzia Melis, Giacinta Meloni, Mario Meschini, Massimo Mezzanotte, Luigi Miralli, Laura Molini, Danilo Monarca, Enrico Moreschini, Agostino Moscatelli, Alessandro Napoli, Vittorio Natoli, Felice Ottavianelli, Paolo Pacini, Paola Taglieri, Daniele Paludi, Luigi Paolocci, Paola Pascolini, Simona Pasquali, Rodolfo Perosillo, Paola Petrella, Fiore Pinardi, Francesco Proietti-Filippi, Roberto Provinciali, Giorgio Pulselli, Gianfranco Quatrini, Antonio Quattranni, Laura Rapani, Roberto Rapiti, Enrico Riccetti, Pierguido Riccetti, Sabrina Ricci, Aurelio Rizzacasa, Matteo Rocco, Valentina Rocco, Bruno Rosati, Roberto Rossi, Silvana Rossi, Maria Santo, Filomena Sbocchia, Laura Scafati, Maria Sestino Sassara, Walter Spigaglia, Paolo Stavagna, Rosanna Telera, Antonio Testa, Franco Valeri