Senza Filtro - “Siamo dovuti arrivare all’antivigilia del voto per sapere, finalmente, qual è la posizione di Giuseppe Fioroni e Ugo Sposetti, “deputati per nomina” a rappresentare il nostro territorio per il centrosinistra, a proposito della conversione a carbone della Centrale Enel di Civitavecchia. Un problema, come è noto, vissuto con particolare attenzione anche dalle popolazioni di Tarquinia, Montalto di Castro, Canino, Monteromano, Blera, Barbarano Romano, Villa San Giovanni in Tuscia ed altre ancora per via della ricaduta ambientale che l’operazione, a detta di Marrazzo e dei compagni della Regione Lazio, potrebbe avere sul territorio”.
A darne notizia è il senatore Michele Bonatesta che proprio nei giorni scorsi aveva chiesto ai due “parlamentari per legge” di chiarire agli elettori viterbesi se loro stavano dalla parte di Prodi (favorevole) o da quella di Marrazzo (contrario). Domanda, questa, che era stata rivolta anche al consigliere regionale Parroncini, al presidente della Provincia Mazzoli ed al presidente provinciale di Federlazio, Orsolini, senza ricevere risposta da alcuno.
“Fioroni e Sposetti spiega il parlamentare viterbese di Alleanza nazionale non hanno avuto il coraggio della chiarezza nei confronti dei viterbesi ai quali chiedono il voto perché, evidentemente, la trasparenza politica non fa parte del loro Dna. Oggi, comunque, grazie a Tusciaweb che ha pubblicato l’elenco dei 34 candidati dell’Unione che hanno sottoscritto una “piattaforma no coke”, siamo in grado di sapere come la pensano: stanno dalla parte del carbone, se è vero che i loro nomi non figurano nell’elenco dei 34 candidati del centrosinistra sopra citati.
Sicuramente - prosegue il senatore Bonatesta sino al giorno del voto non riusciremo a sapere da che parte stanno Parroncini, Mazzoli ed Orsolini (anche qui, evidentemente, c’è un problema di Dna) ma chissà se subito dopo il 10 aprile anche i loro cuori non si apriranno alla legittima “curiosità” dei viterbesi?
E purtroppo - sottolinea l’esponente di Alleanza Nazionale Fioroni non ci dirà nemmeno se a Fabbrica di Roma, alla distribuzione di preservativi e “cartine” organizzata dai giovani di Rifondazione Comunista, c’era pure lui.
Ma questo non ci stupisce più di tanto perché Fioroni dovrebbe spiegare ai viterbesi, indipendentemente dalla sua presenza fisica o meno, come fanno i cattolici a stare nell’Unione, persi tra un preservativo ed una canna. Se non si sentono un po’ in imbarazzo ad essere alleati di chi, oltre a voler portare in parlamento esponenti dei centri sociali che mettono a ferro e fuoco le città o si battono per il matrimonio tra omosessuali, punta la propria campagna elettorale inneggiando alla droga libera. Con quale faccia e con quale credibilità Fioroni dice di condividere i messaggi del Papa, del cardinal Ruini e della Chiesa conclude il senatore Bonatesta - se non per “rubare” qualche voto a qualche cattolico da lui ritenuto ingenuo?“.