- “Che fine ha fatto il progetto del centro commerciale di Civita?
E' Franco Scarpetta, delegato Ascom-Confcommercio di Civita Castellana, a rompere il silenzio in merito alla vicenda delle autorizzazioni per la realizzazione di un nuovo centro commerciale di circa 6000 metri quadrati nelle ex Ceramiche Marcantoni.”
“Sappiamo che il processo autorizzatorio sta andando avanti - prosegue -, anche se siamo stati coinvolti due sole volte nel mese di luglio scorso dall’assessore al Commercio, perché l’intento dell’amministrazione era di farci sottoscrivere un accordo, una sorta di “benedizione” che desse al progetto adeguata coperture concertativa, ma quando abbiamo chiesto conto dell’entità del progetto, dei numeri e delle autorizzazioni, ecco che nessuna riunione è stata più indetta, sarà un caso?”
“Dall’esame delle carte e delle delibere che autorizzerebbero il centro commerciale emergono perplessità circa la congruità delle concessioni, infatti fino al 1996 - incalza Scarpetta - le delibere comunali destinavano l’area ex Marcantoni a programmi di recupero urbano (opere di edilizia pubblica residenziale, verde pubblico e parcheggi); poi, l’accordo di programma approvato in Conferenza dei Servizi nel 1999 introduceva il museo della ceramica e il commercio (ma non si parlava di centro commerciale); gli atti successivi alle delibere comunali del 1998 e del 2004 concedevano a tale Boniventi Luciana l’esecuzione di opere e nel dicembre 2005 viene presentato dall’interessata un progetto per la realizzazione di un centro commerciale, nel quale si cita la “necessità di variare la destinazione urbanistica dell’area da produttiva/industriale e mista terziaria/commerciale” (segno evidente che la destinazione urbanistica dell’area non era coerente col progetto)”.
“Se come si legge sulla legge regionale sul commercio si può autorizzare un centro commerciale solo se le destinazioni da PRG siano “specifiche”, discutibile è deliberare e dare concessioni su aree che attualmente sembrano avere destinazioni industriali e produttive; e allora è legittimo domandarci, quando si farà la variazione di destinazione?”
“Questa non è programmazione e lo dimostra il fatto che le concessioni edilizie sono arrivate prima delle variazioni urbanistiche, e nessun privato procederebbe coi lavori senza le adeguate certezze.
E poi, ci domandiamo, sono state fatte valutazioni sull’impatto che una struttura simile avrebbe sul tessuto urbano e commerciale del nostro comune? e su quello dei centri del comprensorio? Forse non interessa saperlo? mi domando, se la tutela del centro storico, ad esempio, sia o meno un valore per chi ci amministra e cosa sia stato chiesto in cambio delle concessioni edilizie a vantaggio della collettività…solo snodi stradali parcheggi e raccordi (ad esclusivo o prioritario vantaggio del centro commerciale, è ovvi)?”
“Pongo tutti questi interrogativi, a mezzo stampa, - conclude Scarpetta - visto che l’Amministrazione ha ritenuto tanto sensato impostare con noi il tema (a luglio, 4 mesi or sono!!!) quanto, poi, legittimo dimenticarsi di riconvocarci dopo la sacrosanta “pausa estiva”, evidentemente perché incalzata da noi su aspetti essenziali”.