-Caro direttore,
non amo particolarmente scrivere ai giornali per esprimere la mia opinione sui temi del giorno o del momento, tanto sono convinto di non poter aggiungere nulla alle considerazioni di illustri pensatori ben più adeguati di me, ma stavolta, dato il tema in oggetto, non riesco proprio a rimanere in silenzio.
Ho seguito con attenzione la discussione relativa alla realizzazione di un aeroporto civile a Viterbo e credo che, da semplice cittadino attento alle vicende del territorio, io non possa esimermi dal fare alcune osservazioni.
Innanzitutto, allo scopo di conoscere i dati tecnici della questione, mi sono rivolto ad un addetto ai lavori che mi ha fatto avere una nota sulla discussione, che mi ha chiarito molti dei dubbi che avevo.
La nota te la mando in allegato e ti prego di prenderne la dovuta considerazione, tanto mi sembra informata, pertinente ed esaustiva.
Poi mi sono riletto i molti interventi pubblicati negli ultimi tempi e sono arrivato alle seguenti conclusioni.
Primo: che Viterbo non possa avere danni dalla realizzazione di un aeroporto civile sembra fuor di dubbio.
Secondo: La non realizzazione dell'aeroporto non porterebbe vantaggi a nessuno, se non a chi è pregiudizialmente contrario a qualsiasi cambiamento.
Terzo: L'applicazione dei criteri logici ai fatti politici in generale ed a questo in particolare sembra assolutamente inadeguata.
Pertanto: la discussione sulla trasformazione dell'aeroporto militare in civile attiene a ragionamenti metafisici, o semplicemente esoterici, non molto dissimili dalla "Maledizione degli Etruschi" di cui parlava il compianto Mario Signorelli nei suoi scritti visionari.
Le persone di buon senso hanno le idee chiare invece.
Cari saluti
Francesco Di Piero
L'intervento di un addetto ai lavori
Viterbo possiede un complesso aeroportuale orograficamente idoneo (240ha estendibili per altri 180ha senza ostacoli naturali, né centri abitati), che permetterebbe la realizzazione a Nord di Roma di uno scalo commerciale di tutto rispetto, recita il rapporto che l’Enac ha consegnato al Presidente della Regione Marrazzo.
Come se non bastasse, lo spazio aereo della Tuscia non interferisce in alcun modo con il traffico aereo diretto e in partenza dagli aeroporti di Fiumicino, Ciampino, Pratica di Mare e dell'Urbe, e andrebbe inoltre a servire un’area territorialmente molto estesa (Orvieto, Terni, Siena) e con enormi potenzialità turistiche, oltre a decongestionare il traffico aereo della Capitale.
Cosa non da poco .
Invece qualche assessore della Regione, con l’unico scopo di sostenere l'aeroporto di Latina, boccia sfrontatamente lo studio Enac, studio che definisce, dal punto di vista tecnico, l'aeroporto di Viterbo completo di tutti quei requisiti necessari ed indispensabili per divenire un moderno scalo commerciale.
Va sottolineato che ogni area adibita ad aeroporto civile deve possedere, prima di essere ben servita dai collegamenti (strade e ferrovie, che sono in ogni momento perfezionabili anche in tempi successivi, perché non indispensabili al volo), quelle caratteristiche tipologiche e naturali idonee a consentire un'attività di volo ordinato e sicuro.
In particolare, ogni complesso aeroportuale commerciale, per garantire l'operatività in maniera efficace e affidabile, non dovrebbe essere realizzato in prossimità di ostacoli (centri abitati o rilievi orografici),né tanto meno interferire con rotte aeree di avvicinamento già esistenti in altri aeroporti viciniori. Ciò si traduce in sicurezza.
Le normative ICAO (International Civil Aviation Organization) sono ben chiare. Realizzare un aeroporto non è come realizzare un campo da calcio.
L'articolo 44 della Convenzione di Chicago stabilisce che l'ICAO debba sviluppare e standardizzare i principi e le tecniche della navigazione e del trasporto aereo, in modo da assicurare la crescita sicura ed ordinata dell'aviazione civile internazionale.
In campo nazionale i garanti delle attività del volo civile sono l'ENAC e l'ENAV, definite per legge "le Autorità dell'Aviazione civile italiana". Questi ENTI garantiscono il rispetto delle norme relative alla progettazione degli aeroporti e allo sviluppo delle aerovie e delle attrezzature per la navigazione dell'aviazione civile.
Per quanto concerne l'ipotesi di un'eventuale realizzazione dello scalo civile nell'aeroporto pontino, da informazioni raccolte, si è appreso che sarà necessario fare delle varianti alle procedure di traffico aereo in arrivo e in partenza negli aeroporti di Ciampino, Fiumicino e Pratica di Mare.
Come è noto, la pista dell'aeroporto militare di Latina è orientata quasi nella stessa direzione delle altre piste dei vicini aeroporti. quindi le varianti sono necessarie per garantire la sicurezza al volo, soprattutto nel caso di condizioni meteo avverse e di mancati avvicinamenti da parte di aerei.
Per adattare il progetto in questione a Sud di Roma occorrerà riesaminare in parte alcune procedure di volo, che dopo 20 anni di operatività sono divenute degli standard.
Nonostante gli ipotetici interventi per adattare i circuiti aerei preesistenti, al fine di rendere a norma l'aeroporto di Latina nella nuova riconfigurazione militare e commerciale, le difficoltà nello spazio aereo della pontina non finiscono in quanto:
- i rilievi montuosi (monti Lepini) limitano le procedure di avvicinamento, decollo ed attesa degli aeromobili. Ciò si traduce in penalizzazione della sicurezza e dei costi gestionali;
- la circuitazione aerea-civile può interferire con l'attività della scuola di volo militare già presente in aeroporto (gli allievi piloti dell'A.M. in questo caso potrebbero entrare in rotta di collisione);
- non si evidenzia alcuna economia di percorrenza di volo per i velivoli che provengono dal Nord (inevitabilmente allungano la tratta e ciò genera incompatibilità ambientale e fonica).
Al riguardo ci si chiede: qual è il vantaggio di implementare il traffico aereo civile a Sud di Roma? Perché non si opera allora implementando quello degli aeroporti di Napoli? Peraltro già completi di strutture?
Le conclusioni vengono da sé: per alleggerire il traffico aereo di Ciampino, attualmente sovradimensionato, sarà necessario intervenire sul sedime aeroportuale di Viterbo, il quale si predispone efficacemente per ogni genere di sviluppo futuro.
In sintesi all’assessore Ciani non confutiamo la reale e capziosa affermazione delle più celeri vie ferroviarie agropontine (45' per Roma), ma ricordiamo che queste sono inidonee a invalidare le concrete obiettività tecniche che sono state indicate dall’ unico ente che in Italia è abilitato alla regolamentazione della sicurezza degli aeroporti ed alla individuazione dei siti più idonei
Sarà, successivamente, l’auspicata presenza di un elevato numero di passeggeri in transito nel nostro scalo, individuata dal rapporto Enac, la chiave per sbloccare l’annoso ritardo dei collegamenti con Roma, rendendo economicamente appetibile la realizzazione di un moderno e rapido collegamento ferroviario.
E’ doveroso infine ricordare che le finalità della sicurezza al volo, che tutelano l'individuo-passeggero, non possono essere subalterne ad opinabili scelte politiche campanilistiche.
Perdere questa opportunità offertaci dalla nostra terra, dopo aver perduto, negli anni passati, prima lo scalo ferroviario, poi l’autostrada del sole, oltre che imperdonabile sarebbe voler porre definitivamente la pietra tombale sullo sviluppo del nostro territorio.
Un addetto ai lavori.