- L'Unità operativa di ginecologia e ostetricia del presidio ospedaliero di Belcolle è risultata la migliore della regione per il tasso dei parti cesarei. Un primato attribuito dall’agenzia di sanità pubblica della regione Lazio.
A scoprire, quasi per caso, il significativo risultato raggiunto, è stato il direttore dell’unità operativa, Giampaolo Palla che racconta: “Lo scorso 8 novembre l’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione ha presentato come ogni anno i risultati relativi alle nascite nel Lazio negli anni 2004/2005. Durante il convegno, sfogliando le pagine dell’opuscolo informativo relative al tasso dei parti cesarei, ho avuto la conferma che l’unità di Ginecologia e Ostetricia viterbese è risultata la migliore della Regione Lazio”.
Tre, infatti, sono i parametri principali per valutare la qualità dell’assistenza al parto: la mortalità materna, la mortalità perinatale, il tasso dei parti cesarei.
“Ebbene continua Palla - la mortalità materna a Belcolle è nulla mentre la mortalità perinatale è nei limiti standard (immaturità severa del feto, mortalità intrauterina del feto prima del ricovero in ospedale). Nell’anno 2005, poi, il tasso dei parti cesarei del nosocomio viterbese è stata del 27,9%. Unico Centro di 3° livello che può confrontarsi con le unità operative del Centro Nord del Paese”.
Unità operative blasonate di Roma, tanto per fare qualche confronto, hanno i seguenti tassi di parto cesareo: Policlinico Umberto 1°, 53,5%; Fatebenefratelli Isola Tiberina, 46%; Policlinico Agostino Gemelli, 43,6%; San Filippo Neri, 41,7%; San Camillo Forlanini, 40,7%; Fatebenefratelli Villa San Pietro, 40,4%. Per coloro che amano navigare su internet i dati delle nascite nel Lazio anni 2004/2005 sono analizzabili sul sito: www.asplazio.it.
Le unità operative di Ostetricia e di Pediatra vengono classificate e accreditate dalla Regione in tre livelli:
Centri di 1° livello sono le unità operative designate essenzialmente all’assistenza della madre e del bambino che non presentano complicazioni;
Centri di 2° livello sono localizzati in aree urbane e sub-urbane dove affluisce una larga fascia di popolazione. Forniscono servizi completi di assistenza materna e neonatale, sia in situazione di fisiologia che in presenza di complicanze. La varietà di complicazioni ostetriche e neonatali a cui può far fronte il singolo Centro dipende dalla quantità di risorse disponibili;
Centri di 3° livello sono in grado di fornire un “range” completo di prestazioni per fronteggiare qualsiasi tipo di complicazione materna e neonatale. In particolare l’assistenza intensiva neonatale fornita da questi Centri è completa per qualsiasi tipo di complicazione .
Sia l’unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia sia l’unità operativa complessa di Pediatria di Belcolle sono accreditate dalla Regione Lazio a Centri di 3° livello.
“Comunicare questo risultato ottenuto aggiunge Palla - nasce dalla necessità di informare i cittadini di Viterbo e provincia che Belcolle sta facendo grandi progressi e l’unità operativa che ho l’onore di dirigere è presa ad esempio dall’Agenzia Regionale di Sanità Pubblica per l’attività svolta secondo protocolli diagnostico terapeutici che derivano dalla medicina dell’evidenza nazionale ed internazionale. Desidero ringraziare tutti i collaboratori medici, infermiere e ostetriche per la loro professionalità poiché soprattutto è il loro lavoro, spesso molto impegnativo, che ha permesso questo ed altri risultati”.
Il tasso dei parti cesarei nella Regione Lazio nell’anno 2005 ha raggiunto il 42,7% contro la media della Regione Lombardia, Veneto, Emilia Romagna del 24-26%. Ciò comporta una morbilità materna attuale e futura maggiore e costi sanitari regionali più elevati. L’analisi dei dati mostra Centri di 1° e 2° livello che presentano tassi di parti cesarei più elevati rispetto a Centri di 3° livello con una significativa disomogeneità di trattamento nelle differenti unità operative, senza quindi protocolli assistenziali comuni.
“Ho infatti concluso la mia relazione chiosa Palla - invitando l’Agenzia di Sanità Pubblica a mediare con l’assessorato regionale affinché venga istituita una commissione per la definizione dei protocolli diagnostico terapeutici regionali per l’assistenza al parto. Mi auguro che i tempi di grande crisi finanziaria regionale che stiamo vivendo possano permettere anche una maggiore attenzione ad una migliore assistenza sanitaria in ambiente ostetrico, con grande vantaggio e per l’utenza e per il bilancio regionale”.