Riceviamo e pubblichiamo
- Qualche giorno fa l’amministratore di Italpetroli ha fatto allusioni a una diversa destinazione della Torre petrolifera di Civitavecchia.
Parole che lasciano intendere qualcosa più che una possibilità e adombrano anzi trattative già in corso.
I problemi legati al traffico veicolare sempre crescente e l’attuale insufficienza delle vere alternative (quali quella dell’idrogeno) sembrano consigliare la diffusione dei motori a metano e quindi l’esigenza di approvvigionamento diffuso nel territorio.
È la ragione per la quale, ora che la movimentazione del petrolio per le centrali diminuisce, si proporrebbe una “riconversione” (parola magica!) della Torre petrolifera in una sorta di rigassificatore off-shore.
Ci domandiamo se e a quali condizioni la cosa sia accettabile. Chiunque oggi può ricavare on-line informazioni sui rigassificatori in generale e su quelli off-shore in particolare: questi ultimi generalmente sono giudicati troppo pericolosi.
E difatti in alcune realtà del nostro Paese si dibatte da anni sull’argomento fra le solite controparti: il potere economico, spesso spalleggiato da quello politico, da un lato; le popolazioni preoccupate, dall’altro.
Le trascorse esperienze “coloniali” ci fanno sospettare che quello dell’Italpetroli sia qualcosa più di un “sassolino nello stagno”.
E che di questa cosa (come per altro verso del quarto gruppo Enel segretamente destinato a bruciare rifiuti) si eviti di parlare per cinica opportunità.
Ovviamente, non ci piace nemmeno un po' l'idea che, ancora una volta, in qualche parte del mondo che non è Civitavecchia, qualcuno progetti qualcosa che forse potrebbe non interessare affatto questa città e questo territorio. Brutto segno.
Stanchi di essere considerati soltanto colonia per i profitti delle multinazionali, vogliamo portare all'attenzione pubblica i nuovi disegni. Non già per pronunciare no preventivi, ma perché venga soppesata almeno la possibilità di una soluzione alla pari, che ad esempio allontani per sempre l’ipotesi del mega-mostro a carbone.
Vogliamo evitare comunque la doppia beffa: il rigassificatore a servizio di altri e le navi carboniere per noi, insieme al regalo avvelenato del carbone.
Mario Dei Giudici, Coordinatore dei Verdi di Civitavecchia