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Alessandro Mereu di Vertice primo |
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L'avvocato Valerio Panichelli |
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La conferenza |
- “Ieri ho parlato a lungo con Ricci e Galeotti, gli autori dell’appello contro la violenza. Sono gli unici che si sono presi la briga di avere un dialogo con noi. Oggi siamo disponibili a fare un passo indietro. Noi non siamo una associazione di teppisti, razzisti”.
Alessandro Mereu, nel corso di una conferenza stampa, vuole chiarire la posizione di Vertice primo, l’organizzazione neofascista che in questi giorni è nel mirino della magistratura per una serie di atti di violenza attribuiti a suoi militanti. Non è una abiura della violenza sic e simpliciter, ma un primo passo, un cenno di disponibilità. Una sorta di inizio di un processo, di un iter.
“Noi in realtà siamo stati sempre aperti al dialogo con chi ha questo tipo di disponibilità. I media, invece, ci hanno dipinto solo ed esclusivamente negativamente. Ci hanno detto che c’è chi ha paura di noi, ma questo è assurdo - continua Mereu di fronte a una cinquantina di militanti e ai giornalisti -. Ripeto: se c’è un motivo per noi di fare un passo indietro, noi siamo disponibile a farlo. Ad abbassare i toni”.
Non manca una difesa dei ragazzi indagati per il grave episodio di violenza di Natale.
“Sono stati inquisiti - sostiene ancora Mereu - tre ragazzi che da anni abitano fuori Viterbo. Sono stati presi nomi alla rinfusa. A me danno la sensazione di indagini preelettorali. Per tenere agli arresti domiciliari un ragazzo indagato si è arrivati a formulare l’accusa con l’aggravante di associazione di stampo mafioso. Tre dei nostri devono, a tutt’oggi, mettere la firma. Ogni cosa che accade in questa città è colpa nostra, a leggere i giornali. Ieri mattina c’è stata una perquisizione in casa di un nostro ragazzo per un episodio di tre anni prima, del quale è stato giudicato innocente”.
Si arriva al punto che sta a più a cuore a tutto il gruppo.
“Per i ragazzi di destra mancano spazi per attività sociali. Non ci sono luoghi di aggregazione per noi. Dateci un segnale e mostreremo cosa siamo in grado di fare sul piano delle attività culturali e sul piano sociale. Le uniche risposte che ci sono state date, invece, sono repressive”.
Nel corso della conferenza c’è stato un breve intervento di Ricci che ha tenuto a porre paletti precisi sul rifiuti di ogni forma di violenza, stigmatizzando che “in ogni caso i centri sociali non possono mai diventare luoghi di irradiazione di odio sociale”.
L’avvocato difensore dei ragazzi di Vertice primo indagati, Valerio Panichelli di Orte, ha spiegato quale è la situazione giuridica e le sue posizioni dal punto di vista processuale.
“I fatti contestati - ha detto l’avvocato - sono molto gravi. I capi d’imputazione vanno dalle lesioni alla rapina. Con l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso. Imputazioni che devono essere tutte provate. Difficile però capire come sia possibile ipotizzare sia gli estremi di rapina che l’aggravante dello stampo mafioso. Dubbio anche che gli inquisiti fossero presenti sul luogo dei fatti. Va inoltre sottolineato che non ci sono matrici politiche di questi fatti, per quanto ho potuto ricostruire”.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche un rappresentante di casa Pound di Roma Gianluca Iannone direttore della rivista “L’occidentale”.
Tirando le somme: una difesa dell’associazione ma anche un primo impegno ad abbassare i toni e ha fare un passo indietro.