Senza Filtro - "Dopo il monito alto, forte, chiaro e inequivocabile lanciato dal Papa nel ricevere gli amministratori di Roma e del Lazio, è opportuno che chi guida la Provincia di Viterbo e chi rappresenta il nostro territorio alla Regione e in Parlamento, faccia sapere ai cittadini della Tuscia come la pensa sulla tutela della vita umana fin dal concepimento e sulla difesa e la promozione della famiglia naturale fondata sul matrimonio". A dichiararlo è il senatore Michele Bonatesta, presidente della federazione provinciale di An.
"Noi siamo col Papa - aggiunge Bonatesta - , nella convinzione che sull'aborto vada fatta prevenzione e dissuasione, come prevede la legge 194, e non banalizzazione e incentivazione, attraverso metodi quali la pillola RU 486. E nella consapevolezza che la famiglia naturale fondata sul matrimonio, cellula primigenia e fondante della società, non possa e non debba essere equiparata giuridicamente, socialmente e culturalmente alla convivenza di fatto. Questo non in una logica confessionale o clericale che non ci appartiene minimamente, ma nel rispetto di quel diritto naturale che è precedente alla religione cattolica e scolpito nella coscienza di ogni uomo, tanto da essere stato recepito anche dal diritto positivo, cioè dalla nostra Costituzione, alla quale vogliamo dare piena applicazione".
"La stessa nostra chiarezza - conclude Bonatesta- la chiediamo al presidente della Provincia Mazzoli, all'assessore provinciale Ugo Gigli, all'assessore regionale Brachetti, al consigliere regionale Parroncini, al deputato della Margherita Fioroni. Escano dalla loro ambiguità e dicano agli elettori come si pongono su questioni come l'introduzione della pillola abortiva RU 486 e il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. In particolare Mazzoli e Ugo Gigli, che rappresentano un'istituzione, come quella provinciale, che abbraccia tutto il nostro territorio, si facciano promotori del varo di un documento ufficiale in materia. Perché si sa: verba volant, scripta manent".