Viterbo - Lo scrittore Antonello Ricci e il direttore di Tusciaweb Carlo Galeotti chiedono di sottoscrivere un appello Contro ogni forma di violenza politica Viterbo 18 gennaio 2006 - ore 3,05
- Amici della società civile viterbese, dei mezzi d'informazione locale, delle istituzioni politiche tutte. Ci rivolgiamo a voi per ottenere quel segnale forte di attenzione finora mancato su una questione pubblica di assoluta gravità.
L'aggressione consumata ai danni di un giovane di sinistra in pieno centro storico nella notte tra il 3 e il 4 dicembre scorsi, in cui è stato usato un coltello, e l'aggressione con armi improprie di giovani di sinistra presso il bar Kansas del luglio scorso, sono stati di notevole intollerabile gravità.
Infatti, hanno “coronato” brutalmente un lungo periodo caratterizzato da episodi analoghi.
Quel che chiediamo a tutti voi è un segnale pubblico unanime, netto e inequivocabile di condanna di ogni forma di violenza, soprattutto politica, qualunque ne sia il colore.
Sappiamo che forze dell'ordine e magistratura stanno svolgendo con tempestività e determinazione il loro ruolo istituzionale. È già questo, per noi, un fatto importante. Ma le istituzioni debbono spezzare la catena perversa delle provocazioni prima che le vittime di oggi cadano nelle tentazioni del rancore e della vendetta.
Occorre anche un segno chiaro e forte di tutta la società viterbese, prescindendo dagli orientamenti politici e culturali di ciascuno. Un cenno imperioso che condanni fin d'ora al totale isolamento politico tutti coloro che pensassero di poter seguire impunemente la via della violenza politica.
Questo ci sentiamo di chiedere a tutti voi, come intellettuali da anni pubblicamente impegnati nella vita cittadina con posizioni politiche ben note a tutti i Viterbesi ma liberi da pregiudizi e faziosità.
D'altro canto, in questa città abbiamo anche scelto di essere padri. Per cui riecheggia nei nostri cuori il dolore delle famiglie coinvolte, tutte le famiglie, e l'impulso a credere fermamente che condanne esemplari e isolamento politico da soli non possono bastare.
Perché non ci siano dubbi: sono nostri figli i ragazzi aggrediti. Ma figli nostri sono anche i giovani aggressori. Ragazzi che rischiano di giocarsi il proprio futuro per uno sciocco e privo di senso atto di violenza. Bruciando la propria vita e la propria umanità nel nulla.
Proprio per questo, dal punto di vista umano e sociale - come qualcuno ha giustamente sostenuto nelle ore immediatamente successive all'aggressione - questi giovani violenti non vanno ulteriormente emarginati, ma è indispensabile un tentativo di recupero nei loro confronti. Occorre allora anche una attenzione esplicita, concreta e immediata da parte della società viterbese e soprattutto delle istituzioni. Questi giovani li rivogliamo indietro, cittadini di un domani possibile e umano.
Per questi motivi ci rivolgiamo a voi, prescindendo dal gioco degli schieramenti politici, perché pubblicamente vogliate sottoscrivere questo nostro appello. E perché Viterbo faccia sentire, una volta di più, di che pasta è fatta la sua democrazia.