Senza Filtro - Caro direttore,
ho letto l'accorato appello del segretario della Cgil circa gli effetti di una eventuale approvazione della normativa contenuta nella così detta Delega ambientale e essendomi stata richiesta la posizione dell'Anci, vorrei precisare alcuni punti:
- la Delega una volta approvata, opererà alcune "mutazioni" nella governance dell'intero processo del sistema idrico integrato istituendo autorità d'ambito con personalità giuridica e quindi espropiando definitivamente i Comuni di ogni competenza diretta, come del resto per i rifiuti.
- la natura istituzionale e quindi la composizione degli organi ed il loro funzionamento è demandato alla Regione di competenza che è chiamata a legiferare in materia.
- Circa le forme gestionali, restano in vigore quelle indicate dall'art.113 del TUEL, e quindi
1) società privata attraverso gara - 2) società mista pubblico-privata - 3) società in house, su quest'ultima occorrono motivazioni e specificazioni.
Il giudizio di Anci sulla Delega ambientale è durissimo in generale ed in particolare sulla parte attinente ai servizi pubblici locali di natura economica, sia perché si toglie ai Comuni ogni prerogativa diretta su di essi, sia perché si terremota di nuovo una materia che non trova pace giuridica da oltre un decennio.
L'Anci Lazio segue da anni queste vicende con un apposito gruppo di lavoro ed ha registrato in quattro convegni di alto livello le vicende dell'applicazione della legge Galli nel Lazio, nell'ultimo dei quali, quest'anno, l'assessore all'Ambiente della Regione Lazio, Angelo Bonelli, ha dimostrato particolare apprezzamento proprio per l'esperienza di gestione tutta pubblica dell'Ato di Viterbo, in cui la conferenza dei sindaci e quindi l'Autorità d'ambito, ha sancito definitivamente la forma gestionale cosidetta in house.
Oltre alla forma gestionale pubblica la conferenza dei sindaci ha affidato il servizio ad una società di capitali che deve avere per legge due requisiti:
1) essere controllata dagli enti locali che costituiscono l'Autorità d'ambito, analogamente a quello che avviene con i propri servizi e quindi subordinare la propria autonomia operativa, gestionale e finanziaria a detta Autorità -
2) Operare in modo prevalente nell'ambito e per l'ambito di riferimento.
Chiunque abbia letto lo statuto della società in house Talete, ha riscontrato che il cosidetto "controllo analogo" non è previsto ed esplicitato e quindi gli atti che tale società pone in essere possono essere illeggittimi o illeciti, a secondo della loro rilevanza esterna.
Se si ha cuore il destino della forma gestionale pubblica, si deve quindi adeguare lo statuto della Talete, anche perché ogni frettoloso atto convenzionale, rischierebbe di essere nullo, stante una denuncia di irregolarità dell'affidamento già inoltrata alla Procura della Repubblica e l'esposizione ad ulteriori ricorsi.
Ma a ben vedere, quale convenzione di gestione (non di cooperazione) è oggi sul tavolo?
Se ne conosce uno stralcio che ha il piano tariffario presentato da una società che ha di nuovo stilato un piano d'ambito, con livelli tariffari più alti di quelli risultanti dal contestatissimo piano d'ambito che doveva andare in gara.
Il gruppo di lavoro di AAnci Lazio da anni indica nel superamento del metodo normalizzato una delle possibili soluzioni praticabili senza innescare meccanismi che portino le tariffe oltre il limite della tollerabilità e modelli gestionali che tengano conto di quanto i comuni hanno fatto di buono nei propri ambiti.
C'è qualcuno nel Viterbese interessato a questi argomenti?
Francesco Chiucchiurlotto
presidente Anci Lazio