- Noto con piacere che anche il presidente dell’Anci Lazio, Francesco Chiucchiurlotto, ritiene che uno degli effetti più deleteri della delega ambientale in via di approvazione da parte del governo Berlusconi sia rappresentato dall’istituzione di “autorità d’ambito con personalità giuridica”, vale a dire la sottrazione alle comunità locali delle competenze dirette in materia di servizi idrici.
Fino a poco tempo fa, se non ricordo male, il presidente sosteneva tesi analoghe a quelle oggi in discussione da parte del governo. Meglio tardi che mai…
Chiucchiurlotto si chiede, inoltre, se qualcuno, nel Viterbese, sia interessato a discutere delle questioni riguardanti il decollo della Talete.
Vorrei sommessamente ricordare che il forum per l’acqua pubblica, nell’ultimo consiglio provinciale, tenutosi a dicembre, alla presenza dell’assessore al Bilancio della Regione Lazio, ha presentato un documento dove veniva segnalata la necessità di affrontare, con urgenza, alcuni nodi irrisolti che oggi appaiono di stringente attualità (piano d’ambito, convenzione di gestione, ruolo della segreteria tecnica operativa, finanziamenti).
Quel documento non fu votato in quella seduta, seppur formalmente condiviso da tutti, con l’impegno di assumerlo in conferenza dei capigruppo e trasformarlo in un ordine del giorno da porre in votazione in consiglio.
Di quell’impegno non abbiamo saputo più niente.
Oggi temiamo che l’approvazione della “delega ambientale” possa riaprire la discussione attorno ad una modalità di gestione che le comunità locali del viterbese hanno voluto sottrarre alla logica del mercato e del profitto.
Nel merito, se è vero, come afferma Chiucchiurlotto che le forme gestionali restano quelle indicate dall’art. 113 del Tuel, è altrettanto vero che, se gli atti non venissero perfezionati, la scelta dell’affidamento “in house” potrebbe essere seriamente compromessa nel nostro Ato.
Infatti, la “delega” potrebbe produrre una pericolosa accelerazione rispetto alla necessità di procedere all’assorbimento delle realtà gestionali pubbliche che partecipano la Talete (Robur, Cpbalb e Siit).
La delega ambientale, infatti, rende possibili gli affidamenti “in house” soltanto per le società partecipate unicamente dagli enti locali. Che cosa succederà a Viterbo dove, tra l’altro, ancora non è stata firmata la convenzione di gestione tra la società e i comuni?
E’ vero che è necessario adeguare lo statuto al nuovo diritto societario (come mai la segreteria tecnica operativa non se ne è accorta prima?) ma la vera questione, sulla quale rischia di crollare l’intera impalcatura è la definizione al più presto di un piano d’ambito condiviso, di un’ipotesi tariffaria sostenibile per le comunità e della sottoscrizione della convenzione di gestione .
Di fronte a un ritardo colpevole, di coinvolgimento, di conoscenza e di volontà politica, le Autorità d’ambito sono in grado di spendere una parola chiara sul percorso da seguire per evitare che la Talete finisca con un bel naufragio?
Patrizia Roselli
del Forum dell’Acqua pubblica