Senza Filtro - Tra pochi mesi torneremo alle urne per rinnovare consigli comunali ed eleggere i sindaci. E vorremmo avanzare una proposta tenendo conto in particolare della situazione di Acquapendente.
Premetto che la prima tentazione sarebbe quella di dire: tutto è inutile. Nel nostro comune la situazione pare ingessata.
Il blocco di potere è sempre il solito, e anche l'allargamento delle maggioranze ai popolari non ha portato quella ventata di ossigeno e di novità che pure qualcuno si attendeva.
Nelle fila dei popolari non è mancato l'impegno, ma il risultato politico, lo notano tanti, è stato deludente: mai in questi quattro anni li abbiamo visti su posizioni distinte dai ds, non abbiamo mai notato quella dialettica, quel confronto di posizioni che pure c'era da attendersi da due partiti così diversi, specie per una questione così importante quale il negato riconoscimento dell'amministrazione comunale ai caduti italiani di Nassirya, che rende di fatto i Popolari aquesiani corresponsabili di una ignominia che peserà nella storia aquesiana nei secoli a venire.
Il risultato vero è che a "comandare" il nostro paese sono sempre i soliti, una ristretta cerchia che si perpetua da decenni.
Il fenomeno è evidentissimo: cambia il sindaco, ci sono nuove maggioranze, ma gli uomini chiave sono quelli dell'apparato dell'ex-pci. Ciò ha effetti gravissimi: c'è un deficit di democrazia -perché non c'è ricambio-, l'azione amministrativa è improntata a grigiore -perché quando chi amministra è certo di essere inamovibile alla fine si appanna-, e crescono i fenomeni di sottogoverno e di clientelismo, anch'essi frutto dell'impossibilità di alternanza alla guida dell'amministrazione: nei nostri enti locali esiste un'ampia "corte" di persone, professionisti, imprese e cooperative, contigue al potere, e che dal potere ricevono piccoli e grandi benefici.
Nello stesso centro destra, elementi storicamente collusi, oppure del tutto impreparati nell'arte della politica e dell' amministrazione, con la loro inefficienza hanno favorito ancor di più il centrosinistra, tipo nelle precedenti elezioni.
Il nostro paese non è, usando per paradosso proprio una espressione di D'Alema, "paese normale", perché non è data possibilità di cambiar guida.
E questo produce guasti evidenti. E' questa una situazione riconosciuta anche da tante persone di sinistra, che sempre più manifestano disagio per lo stato di "paralisi", per la vischiosità e la mancanza di ricambio nel potere locale e soprattutto per una visione della "cosa pubblica" come proprietà privata del partito DS e non della comunità aquesiana tutta.
Come potete constatare da come è gestito il giornalino dell'amministrazione comunale "Acquapendente Notizie", pagato con i soldi di tutti i contribuenti aquesiani e usato dalla maggioranza come arma di propaganda contro il governo Berlusconi, senza dare il minimo spazio, più volte richiesto, alle opinioni della minoranza.
E allora? Diciamo come Forza Italia che è indispensabile dare uno scossone a questa situazione di blocco che fa male a tutti.
Occorre provare a rompere una cappa è diventata un vero e proprio regime. E questo è interesse di tutti. E' l'ora questa che la società civile venga fuori, e si assuma le proprie responsabilità. Non si farebbe l'interesse di tutti a mandare a casa quelli che da troppi anni tengono le briglie dei nostro comune, e di rompere quella ragnatela di interessi e di clientela che avvolge le nostre pubbliche amministrazioni?
Chissà, su questo obiettivo, per una volta, questa volta, potrebbero convergere in tanti, anche da posizioni politiche e culturali molto distanti.
Potrebbero essere interessati tanti elettori dell'Ulivo, che desiderano una politica più pulita e trasparente; potrebbero dare il loro contributo le tante persone di sinistra, che sempre meno sopportano lo strapotere dei soliti pochi; e ci potrebbero stare gli ambientalisti sinceri, che non si ritrovano nei comportamenti ambigui del nostro comune. E non sarebbe interesse dei diessini contribuire ad aprire le finestre, per far entrare aria nuova? E gli elettori popolari, a disagio, non desiderano provare a cambiare davvero? E non potrebbero non starci, a loro volta, gli elettori del centro-destra, che certo non amano questa situazione di potere bloccato, questo regime di velluto?
Una sorta di rimescolamento, un "comitato di liberazione", una fatto eccezionale, dopo di che la sinistra, maggioritaria nel nostro paese, tornerà a contrapporsi ai moderati e alle destre, e a vincere. Ma oggi la sinistra ad Acquapendente vince, ma non governa, perché governano soltanto cerchie ristrette, con i difetti di ogni cerchia ristretta che pensa solo ai propri affari considerando il bene pubblico una cosa privata. Varrebbe la pena provarci, tutti insieme.
E l'iniziativa sarebbe bene che partisse dal basso, che non fosse solo una sommatoria di partiti, ma un patto tra elettori, una lista civica guidata da gente responsabile e preparata per questo ci stiamo facendo carico, come unica e sola forza di opposizione presente in consiglio comunale, di creare una lista alternativa alla sinistra con un programma semplice e con un'ambizione grande. Quella di dare ad un salutare scrollane e far tornare Acquapendente non solo la "La perla dell'alto Lazio" ma anche la culla della democrazia.
Il capogruppo di FI Acquapendente
Roberto Brenci