Il provvedimento in esame al Parlamento, S.2244, ha lo scopo di attribuire la qualifica di militari belligeranti a quanti tra il 1943 ed il 1945, risultarono inquadrati nelle formazioni militari della Repubblica sociale italiana.
Il riconoscimento di tale qualifica, prescinde da considerazioni di carattere ideologico, trova fondamento in una vicenda giudiziaria del 1947, il tribunale militare respinse il ricorso di alcuni membri del reggimento «Tagliamento», i quali invocavano la non punibilità degli atti da essi compiuti durante il loro servizio sulla base degli ordini ricevuti.
Una successiva sentenza del Tribunale supremo militare del 1954 rovesciava la precedente decisione affermando che la Repubblica sociale italiana poteva configurarsi come governo locale di fatto, le sue forze armate erano da considerarsi come istituzioni in grado di emanare ordini legittimi, e di conseguenza non era possibile far gravare su quanti combatterono al servizio di quella istituzione la sua illegittimità politica.
Il carattere di formazioni militari belligeranti dei reparti della Repubblica sociale italiana fu confermato dallatteggiamento tenuto dalle forze militari alleate nei confronti di quanti ne facevano parte: ai prigionieri fu riservato dagli americani lo stesso trattamento spettante agli altri prigionieri di guerra, con la puntuale applicazione della normativa di cui alla convenzione dellAja.
Quindi si compie un atto solamente di codifica della qualità di reparti militari belligeranti e delle formazioni che componevano lesercito della Repubblica sociale italiana senza alcuna valutazione o rivalutazione politica e ideologica.
Lattribuzione di tale connotato non comporterebbe la corresponsione di alcun emolumento a titolo pensionistico e di nessun riconoscimento ufficiale ai pochi reduci ancora in vita.
Infatti sono stati soppressi dal testo sia la disposizione in base alla quale i distretti militari erano tenuti a provvedere ad annotare sui fogli matricolari dei reduci il relativo servizio prestato, sia che non possono in alcun modo derivare oneri per la finanza pubblica.
Pertanto una legge asettica da un punto di vista ideologico e politico che viene invece strumentalizzata dallAssociazione Nazionale Partigiani dItalia, tentando, come dallaltro sta tentando di fare Prodi a livello nazionale, di riportare in essere discorsi e odi appartenenti a sessanta anni fa, in contrapposizione con quanto richiamato dal capo dello Stato nei recenti discorsi del 25 aprile.
Un tentativo maldestro di sviare lattenzione dalle problematiche attuali e dalla mancanza di progetti e proposte della sinistra che preferisce invece dare per scontata la dovuta pacificazione nazionale, disturbare quei ragazzi che negli anni più difficili della storia dItalia morirono per il loro onore e il loro credo e quanti di loro ancora in vita credono giustamente di essere gli unici a non aver tradito la patria nei giorni dei bombardamenti e delloccupazione anglo-americana.
Una posizione quella dellAnpi che omette di ricordare quante agevolazioni hanno avuto altri combattenti, e quante colpe hanno dovuto scontare i regolari dellesercito della Repubblica sociale italiana, anche come riconosciuto dopo oltre 50 anni di colpevole silenzio, da intellettuali di sinistra quali Giampaolo Pansa che finalmente ha aperto spiragli di luce sulle oscure vicende del dopoguerra.
Da questi interventi si vede il tasso di democrazia e libertà sul quale si fondano molti partiti della sinistra.
Il deputato Marcello Meroi e il senatore Michele Bonatesta non devono prestare ascolto a quanti mascherandosi da maestri di democrazia, in realtà continuano a contrapporsi ad una pacificazione nazionale che anche da autorevoli esponenti di sinistra e da tutte le Istituzioni è ritenuto momento di recupero dellunità nazionale, pertanto alla ripresa dei lavori parlamentari prevista per il giorno 11 gennaio 2006 chiedo il loro impegno per lapprovazione di questo disegno di legge che contribuirà a una vera pacificazione di tutte le opposte esperienze, al fine di dare, soprattutto alle giovani generazioni, una positiva indicazione delle contrapposizioni ideologiche che per troppo tempo hanno diviso le coscienze civili della nazione.
Il consigliere comunale
Enrico Maria Contardo