Viterbo - Oltre mille e cinquecento persone al funerale di Schirripa "Giorgio ti vogliamo bene" Viterbo 8 gennaio 2006 - ore 0,10
I funerali di Schirripa ieri alla Quercia
-Se ne andato un uomo giusto e buono. E forse questo che hanno pensato le oltre mille e cinquecento persone che hanno voluto salutare per lultima volta Giorgio Schirripa, ieri mattina al santuario della Quercia. Ma forse è più vero che Schirripa ieri non se ne andato, rimane con la comunità viterbese. Attraverso la sua opera, i suoi piccoli e grandi amici, il suo sguardo dolce e intelligente.
Cerano proprio tutti ieri, dal vescovo Chiarinelli, al sindaco Gabbianelli, dal presidente della provincia Mazzoli al rettore Mancini. Dal direttore della Asl Aloisio allassessore regionale Battaglie. Dal deputato Meroi a Fioroni. Da Parroncini a Marini. Da Sposetti a Trabacchini. E poi il segretario dei Ds Egidi, gli assessori provinciali, assessori comunali, le autorità militari. Ma quelli che più hanno impressionato sono stati i suoi piccoli amici. Una miriade di amici, di semplici persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo.
Cerano proprio tutti.
Nel primo banco della chiesa la moglie e i figli avvolti in un dolore assolutamente composto.
Nel grande santuario, gremito fino all'inverosimile, era palpabile la commozione per un uomo che ha dedicato la sua esistenza ai ragazzi diversamente abili affinché fossero pienamente integrati nella società . Un lavoro encomiabile che ha portato tanta serenità in centinaia di famiglie viterbesi. Un modello di assistenza, quello elaborato da Schirripa, di eccellenza e riconosciuto a livello nazionale e internazionale.
Il vescovo nel suo saluto ha sottolineato lo spirito di servizio e la grande passione che hanno sempre accompagnato l'azione di Schirripa, a tal punto da contagiare i suoi stessi collaboratori. Don Alberto Canuzzi, che ha concelebrato i funerali con altri quattro sacerdoti, nell'omelia ha richiamato la parabola del buon samaritano, per ripercorrere la storia del neuropsichiatra
che "non curava, ma si prendeva cura delle persone".
Particolarmente toccanti gli interventi di alcuni familiari dei ragazzi e di colleghi di Schirripa che, seppur provati dal dolore, hanno lanciato l'invito a fare propri i suoi insegnamenti per continuare la sua opera.
Un saluto che è stato, come ha sottolineato il sindaco Gabbianelli, anche un ringraziamento per averci regalato questo generoso uomo del sud.
Continueremo tutti a vedere la luce dei suoi occhi, ha detto il sindaco.
Ma forse, in questo momento, va ricordato che Schirripa, insieme a tanti altri viterbesi, è stato negli anno settanta e ottanta, tra protagonisti di un vero e proprio movimento di liberazione.
Un movimento di liberazione dei cittadini portatori di handicap, come si diceva allora. Che ha visto uscire dalle strutture totali cittadini che per anni non avevano visti riconosciuti i propri diritti. Un movimento vastissimo i cui protagonisti si sono ritrovati ieri al santuario della Quercia.
Per dirgli, come ha fatto qualcuno, Giorgio, ti vogliamo bene.