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Sport - La Coavisoc dà l'ok
Viterbese in C2, ma ora ci vuole un progetto
di Sergio Mutolo
14 luglio 2006 - ore 8,30
Riceviamo e pubblichiamo
- La Coavisoc promuove la Viterbese. Anche nella prossima stagione la società gialloblù disputerà dunque la serie C2. Eil secondo anno consecutivo che la categoria viene salvata allultimo tuffo. La gestione Venanzi evitò la retrocessione grazie al successo ai play out con il Tolentino. Quella di Pecorelli, che pure aveva ottenuto sul campo un risultato in apparenza dignitoso e però non consono agli incredibili sperperi messi in atto, è stata miracolata dallimprovvisata cordata messa in piedi in fretta e furia dal prode Bisanti. Grazie anche al prezioso apporto del senatore Marini e dellavvocato Ranucci, il cui ruolo nella vicenda è stato fondamentale.
Il parere della Coavisoc è vincolante. Sarà sicuramente ratificato nella seduta del Consiglio federale prevista per domani 15 luglio. Notevole è lattesa per conoscere quale sarà il format dei campionati. Il commissario straordinario Rossi non si è sbottonato. Ci ha abituato a lavorare sottotraccia. A dare le notizie solo a bocce ferme. Aspetta certamente la sentenza della Caf su calciopoli, prevista per la giornata di oggi. Tuttavia ha sicuramente maturato le sue determinazioni, senza farne menzione ai media. Speriamo che sia ispirato. Come lo è stato quando decise la conferma di Lippi alla guida della Nazionale, che ha portato gli azzurri al trionfo nel mondiale di Germania.
Si tratta adesso di costruire un progetto. Per consolidare la realtà gialloblù e dare a questa società un futuro più stabile. In carenza, sarà impossibile recuperare consensi come pure riconquistare la fiducia del contesto. Se si continuerà a navigare a vista, come si è fatto negli ultimi anni, la deriva della società e della squadra saranno state solo rimandate ad altra data.
Bisognerà mettere a punto unorganizzazione societaria che eviti le invasioni barbariche degli ultimi anni. Che impedisca la calata a Viterbo di avventurieri senza arte né parte. E della corte di nani e ballerine che si trascinano regolarmente dietro. Quella dellazionariato diffuso, ideata da Bisanti, è una forma di salvaguardia societaria che va preservata. E però serve assolutamente un coordinatore. Ci vuole un uomo di calcio che, sotto il controllo attento di soci partecipi e coinvolti, traghetti la Viterbese verso i lidi che le competono per la sua lunga storia professionistica.
Si dovrà assolutamente trovare uno sponsor prima dellinizio del campionato. Si era parlato della Ceramica Flaminia. Poi tutto si è sgonfiato, almeno così pare. Sarà vitale coinvolgere nel progetto il maggior numero possibile di aziende locali. Il Rocchi, di cui si aspetta con ansia mista a rabbia la ristrutturazione, dovrà essere avvolto da insegne pubblicitarie. Come avviene in tutte le latitudini.
E giunto il momento di creare una vera area comunicazione che, dintesa con unarea marketing degna di questo nome, rappresenti il raccordo con la città e il territorio. Si dovrà dare il massimo spazio al settore giovanile. Fare della Viterbese la capofila delle tante le società dellarea urbana che da anni operano con passione in questo ambito, rompendo il muro dei personalismi che non portano da nessuna parte.
Andranno gettate le basi per costruire un centro sportivo, che sarà la base logistica della società e consentirà di pianificare i budget di spesa a inizio stagione. Si dovrà recuperare il consenso tra i giovani, che rappresentano il futuro di questo sport meraviglioso che è il calcio. I giovani vanno riavvicinati alle maglie gialloblù, nel solco di un senso di appartenenza che è venuto meno in questi anni, attraverso iniziative forti e fantasiose .
Oggi è stato messo solo il primo mattone. Cè ancora moltissimo da fare. Impegni a cascata da far tremare i polsi. Servono passione, idee e il necessario supporto economico. Esattamente in questordine.
Viterbo e la Viterbese sono in grado di farcela. Il miracolo di Bisanti, perché di un miracolo si è trattato, ne è la prova provata. Non si sprechi, ancora una volta, loccasione di crescere che il destino offre su un piatto dargento.
Sergio Mutolo
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