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Il ministro Di Pietro con i giornalisti |
- Trasversale addio.
La fine di un sogno lungo più di trent’anni è arrivata oggi in prefettura, quando il ministro Antonio Di Pietro (Infrastrutture) ed il collega viterbese Giuseppe Fioroni (Istruzione), hanno spiegato senza troppi giri di parole, che non c’è un centesimo.
Il governo Berlusconi, in dotazione alla Tuscia ha lasciato soltanto asterischi.
Quelli segnati a fianco dei progetti previsti in provincia, dalla legge obiettivo, che rimandano alle classiche righe scritte in piccolo ed a fondo pagina, che recitano: “Risorse da reperire”.
Così, la realtà è un incubo e la Trasversale diventa un sogno.
Al punto che difficilmente si realizzeranno anche i sette chilometri fino a Cinelli, il solo tratto per il quale i soldi c’erano ed il progetto anche. C’erano. Ma non ci sono più nemmeno quelli. Che fine hanno fatto?
“Sono stati dirottati ricorda Fioroni - a Trieste e per la Rieti - Terni. Erano circa cinquanta milioni d’euro, stanziati, tra l’altro da due governi di centrosinistra, poi tolti dal centrodestra”. Figurarsi, riuscire a trovare gli oltre 400 milioni d’euro che servono per l’intero progetto.
E si parla di Trasversale, ritenuta da governo, regione ed enti locali, strategica non solo per il Viterbese, ma per l’Italia, visto che deve servire a collegare il porto di Civitavecchia. Figurarsi in questa situazione, affrontare temi come il raddoppio della Cassia o della ferrovia Viterbo Roma.
Progetti che non stanno nemmeno nel libro dei sogni. “Ma questa spiega Di Pietro è la situazione che ho trovato. Non c’è un soldo. Per la Cassia a quattro corsie, la legge obiettivo prevede un investimento di 295 milioni. Disponibili per la progettazione ce ne sono solo sei. Per il resto, un asterisco. Risorse da recuperare. Con gli asterischi si può fare tutto, ma i cantieri non ci si aprono”.
Difficile trovare una via d’uscita. “Per la Trasversale continua bisognerà valutare la possibilità di capitali privati, in aggiunta ai finanziamenti pubblici che si potranno reperire”. In altre parole, la superstrada si farebbe, ma una volta completata, diventerebbe un’autostrada, a pagamento. “Mi rendo conto che pagare da fastidio osserva Di Pietro ma una scelta va fatta. L’alternativa è procedere per piccoli lotti”.
Piccoli lotti, ovvero piccoli finanziamenti, ovvero avanti a passo di lumaca.
“Nella situazione attuale sottolinea Di Pietro non possiamo fare nulla e non possiamo nemmeno fare affidamento sui fondi Anas. Quelli dei prossimi tre anni, serviranno a coprire le spese di cantieri già aperti e pure quelli, senza un centesimo”.
Il concetto è chiaro. Tasche vuote.
I due ministri, ci tenevano a fare il punto della situazione. “Perché non si dica sostiene Fioroni che domani se non partono i lavori, la colpa è del governo Prodi. La verità è un’altra. Se qualcosa riusciremo a fare, invece, sarà merito del centrosinistra, il solo in passato ad avere finanziato opere a Viterbo. E ovviamente, se i fondi saranno reperiti, dovranno andare per il tratto fino a Cinelli, il solo con un progetto già pronto”.
Insomma, bene che ci vada, al massimo si andrà avanti solo per sette chilometri.
In prefettura oggi c’erano tutti, dai politici ai rappresentanti istituzionali e sindacali, sindaci di molti comuni.
Tutti gelati, nonostante il caldo nella grande sala biblioteca.
Laura Allegrini, dalla prima fila, non ha potuto non intervenire, replicando a Di Pietro in maniera accesa, mentre il sindaco Gabbianelli, pur non replicando, si capiva dall’espressione che qualche “precisazione” l’avrebbe fatta molto volentieri.
Spazientito il sindaco di Montalto Carai, quando si parlava di un ponte lungo l’Aurelia, il solo progetto che sarà portato a termine nella Tuscia.
Ma il momento clou è stato quando una responsabile del ministero ha parlato degli interventi sulla linea ferroviaria Roma Viterbo. Ammodernamento delle stazioni. Peccato che si tratti di quelle romane.
E’ scattato l’applauso, ma del resto, la linea è Roma Viterbo e la città dei Papi, almeno nominalmente, è contemplata. Svaniti i sogni, in questo disastro, a qualcosa dovremo pure aggrapparci.