- Unica data nel Lazio oltre Roma, dove si è esibito al Teatro antico di Ostia davanti a migliaia di spettatori, Vinicio Capossela, domani sera, martedì 18 luglio sarà in concerto al Teatro romano di Ferento. E’ l’evento più atteso di questa stagione.
“Ho dormito tra sterpi, ho avuto visioni, sono stato abbandonato e mi sono abbandonato e ho trovato parole più grandi di me, che risuonano dall’antichità, da prima che iniziassi a intignarmi con le ragazze, a saltare i pasti, a bere solo sul lavoro. Parole che mi hanno fatto sentire polvere nel cammino della pietra… non tornerò più a casa. Poi ho incontrato un gigante e un mago che mi hanno accompagnato come i paesani accompagnano l’uomo vivo”.
Vinicio Capossela
Sulla scia del grande consenso ricevuto dall’album “Ovunque proteggi” (pubblicato dalla Atlantic/Warner lo scorso 20 gennaio e arrivato ormai a oltre 70mila copie vendute), si svolge il GRAND TOUR 2006 di Vinicio Capossela.
“Questa è l’estate del GRAND TOUR, che assomiglia a quei tour che facevano i nobili e i letterati inglesi nel ‘700 quando andavano a visitare le rovine della Grecia e della Magna Grecia.
Allora ho pensato che tra le rovine degli anfiteatri, nelle arene c’è ancora spazio per offrire qualche pezzo di cuore” afferma.
“Il concerto estivo non è completamente incentrato sul disco, ma ha qualche deragliamento per allargare, spostare la Frontiera. Che ci sia spazio anche per gli ussari, le retrovie, le spezie e i fumi d’oriente e i contrabbassisti cowboy”. A differenza di quanto avvenuto durante il tour invernale, quindi, lo spettacolo non è più suddiviso rigorosamente in due parti, una dedicata alle canzoni di “Ovunque proteggi” e l'altra al repertorio passato di Vinicio, ma propone una scaletta capace di mescolare insieme presente e passato, e al tempo stesso di offrire anche qualche suggestivo “fuori programma”: “E’ questo un concerto che riprende, in relazione alla natura, gli elementi primordiali di “Ovunque proteggi”. Ambientato possibilmente tra gli anfiteatri e le pietre, comunque riproducendo il concetto dell’arena spettacolo”.
E’ un concerto che trae ispirazione proprio dai luoghi in cui si svolge, luoghi all'aperto in cui anche il cielo stellato esige il suo tributo: ci sono prediche, salmi e invettive, ma anche serenate e ballate, pezzi rancheri, rebetici e bisbetici: “Dell’estate bisogna prendere le pietre arroventate, le stelle e la polvere, qualcosa delle naumachie e delle baccanti, e qualcosa della predicazione, la Bibbia. Mi piace pensare che in questa stagione i concerti siano un po’ western, come i film di Sergio Leone.
Di quei film western, quello che mi piaceva è che erano pieni di predicatori. Dunque sarà un concerto con delle prediche e poi con serenate all’aria aperta, e musiche rituali, primitive. Insomma, sarà una tragedia dai toni western”. E così se l’inizio del concerto è affidato alla potenza primitiva di brani come “Brucia Troia” e “Non trattare”, seguiti da altri numeri tratti da “Ovunque proteggi”, è verso la metà del concerto che quella dimensione lascia il passo a una serie di brani di ambientazione western: “Pena de l’alma” offre il pretesto per il primo deragliamento oltre la Frontiera, seguita da altri brani d’atmosfera come “Cancion Mixteca”, “Signora luna”, “Nordest Cowboy”, per citare soltanto alcune delle canzoni che Capossela propone in quel momento dello spettacolo senza seguire però una regola fissa.
Il Gran Tour 2006 presenta aggiunte importanti anche sul fronte della formazione, che si arricchisce dell’apporto di una vera e propria sezione fiati composta da tre elementi: a Michele Vignali si affiancano infatti Gavino Murgia ed Eusebio Martinelli, dando vita a una sezione che potrà passare con disinvoltura attraverso sonorità soul, cajun, mariachi, oltre a fungere da coro in diversi momenti dello spettacolo.
L’apporto dei fiati è importante anche nei nuovi arrangiamenti di brani come “Solo mia”, “Corvo torvo”, “Tanco del murazzo”, “Ultimo amore”, che vanno ad affiancare, nella scaletta del concerto, i pezzi di maggior impatto tratti dal più recente “Ovunque proteggi”.
Ancora una volta, come già era stato per il tour invernale, sul palco è presente il Teatro d’Ombre Controluce di Torino, che proietta sul fondale il proprio spettacolo d’ombre.