|
|
|
Il cantiere e la strada in cemento |
Senza Filtro
- Ennesimo danno ambientale alle falde della Palanzana. In questi giorni è stato rilevato, in stato avanzato di lavori un cantiere per la costruzione di un fabbricato rurale, in strada Monte Pizzo.
Su un bellissimo pianoro prospiciente la Pallanzana all'interno del perimetro del Parco dell' Arcionello a poche centinaio di metri del fosso Urcionio un altro sgarro all'ambiente in barba ai vincoli paesaggistici. Infatti oltre allo sbancamento di parecchi metri cubi di terra per la realizzazione delle fondamenta del fabbricato, si è provveduto per una strada complementare al cantiere, interamente ricoperta con un manto di cemento.
Da un'indagine fatta in Comune presso il settore urbanistico, ed in seguito all'intervento del coordinamento, risulta che detta licenza non è in regola con le nuove norme urbanistiche e risulterebbero alcune irregolarità nel progetto e il cantiere dovrebbe essere bloccato dal Comune stesso.
Inoltre sembra che il cantiere sia stato autorizzato in zona di vincolo idrogeologico.
A tal proposito abbiamo già interessato il Corpo Forestale dello Stato per gli accertamenti del caso ( con un esposto). Stupisce non poco il fatto che il progetto sia stato firmato da un tecnico, membro della commissione urbanistica del Comune, "coincidenza", che la dice lunga sulla capacità/possibilità/volontà dell'amministrazione di mantenere i vincoli e le promesse di salvaguardia ambientale in quella zona.
Oltretutto va fatto presente che ultimamente si è abusato molto di autorizzazioni per la costruzione di fabbricati rurali, in zone agricole vincolate che poi di fatto diventano villette private con tanto di piscine barbecue e garage, in barba alla legge. Ma chi controlla questi progetti e la loro fattibilità, in funzione di una sviluppo aziendale agricolo richiesto solo per aggirare la legge e quindi poter usufruire di un permesso a costruire un fabbricato rurale in zone vincolate?
Dubbi che ci riserveremo di chiarire presso gli organi competenti. Per intanto godiamoci le "belle" foto e le ferite ancora una volta procurate all'ambiente.
Coordinamento salviamo l'Arcionello