Signor prefetto,
con la presente, intendiamo rivolgerle un appello affinché ella, tramite i poteri sostitutivi che le sono propri, possa intervenire quanto urgentemente le sia possibile, per ripristinare il diritto dei cittadini ad essere governati secondo norma.
Lurgenza dellintervento richiestole è fondata sullemergenza economica e occupazionale scaturita dagli effetti dellentrata in vigore della ordinanza sindacale °6512 del 17/07/2006 emessa dal sndaco di Tarquinia.
Le sarà ormai nota la vicenda per la quale, in difformità con le norme statutarie del Comune di Tarquinia, il presidente del consiglio comunale non ha convocato il consiglio comunale straordinario richiesto da un adeguato numero di consiglieri e durante il quale, dovevano essere dibattuti i temi riguardanti le problematiche che, in questi convulsi giorni, Le sono state rappresentate.
Sentiamo il dovere di aggiungere a quanto, attraverso le lettere che le saranno già pervenute o alle notizie che ella avrà avuto modo di leggere sulla stampa locale, lLe è già noto.
La tensione sociale in città non accenna a diminuire e prova ne sono vari volantini anonimi che circolano con cadenza quasi quotidiana dai quali, in ogni caso, gli scriventi si dissociano decisamente rivendicando con fermezza e per contro, lassoluta pubblicità delle proprie azioni contraddistinte da percorsi di legalità e improntate allinsegna della civiltà democratica.
La trasformazione, delliniziale disagio creato dagli effetti della citata ordinanza, in un drammatico dissesto economico e occupazionale è tale da indurre, alcune attività, al licenziamento dei dipendenti e, nei casi più delicati, alla prossima, prevedibile, chiusura dellattività stessa.
La evidente limitazione delle libertà personali dei cittadini, in relazione alle difficoltà che essi devono superare per avvalersi della facoltà di scelta dei servizi forniti da istituti di credito, studi medici e paramedici, agenzie assicurative e quanti altri che forniscono la propria opera allinterno del centro storico di Tarquinia ormai ridotto a zona off limit per chi risiede fuori le mura.
A queste, dovrebbero aggiungersi altre note, che in questa sede avrebbero funzioni da corollario e, quindi, onde evitare il tedio o il rischio della ripetizione, concludiamo questo appello ricordandole che la nostra mobilitazione ha senso solo nella misura del rispetto delle leggi e delle regole e che, lattuale rivendicazione, è esclusivamente finalizzata al ripristino della situazione di diritto e non già allottenimento di privilegi.
Se il centro storico e le attività allinterno dello stesso dovranno soccombere, che questo avvenga con una sentenza, non con un atto dimperio.
Il Comitato del centro storico - Tarquinia