-Ennio Cuccuini, da sempre attivo nel mondo del calcio con anni di esperienza sia in categorie semiprofessionistiche in Valle dAosta e in Piemonte, sia in serie B con il Rimini - per non parlare delle sue più di 180 presenze con lamata maglia della Viterbese! - da qualche settimana è diventato il responsabile del settore tecnico dellA.S.D.Calcio Tuscia Viterbo.
La mia attività come allenatore spiega lui stesso nasce nel 1988 con i settori giovanili, mentre ancora giocavo tra i dilettanti. Ho allenato in 1° Categoria e in Promozione, dove lallenatore ha unimportanza coadiuvante e organizzativa, e nel calcio a 5 ho spaziato dai campionati regionali fino alla serie A.
Un palmares di tutto rispetto, quindi. Ma come nasce questa collaborazione con il Calcio Tuscia?
Lidea cera già da tempo: con i dirigenti si era parlato più volte di creare una struttura più organizzata, più completa per questo importante settore giovanile che conta più di 200 ragazzi. Erano discorsi a livello embrionale che si sono concretizzati quando se ne è presentata loccasione.
Il suo ruolo sarà quello di coordinare il settore tecnico: quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere?
Spero di riuscire a trasmettere agli allenatori lidea che il settore giovanile deve essere per i ragazzi una scuola dove si imparano le nozioni tecnico-tattiche che serviranno in futuro. Va insegnato loro a puntare non alla vittoria fine a sé stessa, ma ad una risultato maturato grazie ad una compresenza di diversi fattori: la tecnica di base, limpostazione tattica, il sacrificio, labnegazione e il gioco di squadra. I risultati contano, è ovvio, ma qui dobbiamo insegnare calcio a prescindere da essi. In questo modo sono certo che i riscontri positivi arriveranno.
Credo che poi non vada dimenticata la componente ludica: nei settori giovanili ci sono diverse fasce detà dove spesso la voglia di giocare, il piacere e il divertimento sono importanti quanto il resto e anche di più, per evitare che il bambino subisca traumi che lo allontanino dallo sport.
Un lavoro a 360°, quindi, nellinteresse della formazione dei ragazzi.
Proprio così. Chiederò ai tecnici di esigere categoricamente il rispetto delle regole, affinché il singolo atleta e il gruppo intero ne escano rafforzati e imparino ad essere squadra e a far propri i valori sani dello sport. Il vero fine del nostro lavoro è questo: influire con degli insegnamenti positivi sul carattere dei ragazzi, in un contesto di sano divertimento ma anche di disciplina, per far capire loro sin da ora che nella vita non si deve mollare mai e che ogni difficoltà può essere affrontata nel modo giusto.
Parliamo perciò di un insegnante di calcio che è anche un educatore?
Il tecnico partecipa allazione educatrice della famiglia e dellambiente in cui vive il ragazzo, ed è una grande responsabilità: lallenatore, infatti, deve essere bravo e non abusare del proprio ruolo. In funzione di questa considerazione, per il Calcio Tuscia ho in mente una struttura dove ci siano anche pedagoghi, oltre che tecnici.
Quali squadre affronteranno il prossimo campionato con la maglia gialloblu del Calcio Tuscia?
Ad oggi abbiamo due squadre, a loro volta suddivise in due gruppi. Speriamo che gli Allievi del90 possano disputare il campionato regionale: stiamo ancora attendendo lesito di un eventuale ripescaggio, ma siamo ottimisti. Il loro obiettivo sarà quello di mantenere la categoria, per poi lasciarla in dote agli Allievi sperimentali del91, che la erediteranno dai loro colleghi più grandi lanno prossimo. Lo stesso discorso vale per i Giovanissimi: i 92 parteciperanno ai campionati regionali accedendovi di diritto, e lanno prossimo lasceranno il posto ai 93. In ogni caso, puntiamo ad unalta qualità in entrambe le classi.
E per i più piccoli cosa è previsto?
Per ora abbiamo due squadre di esordienti del 94 e del 95: questi sono i campionati dove inizia già ad esserci quel naturale agonismo che nasce quando giochi in una squadra che ha un obiettivo, mentre prima è quasi assente. In questa fascia detà si esce dalla fase più propriamente di scuola calcio e gli allenatori devono essere bravi a lavorare in modo chirurgico: i ragazzi iniziano a solcare il campo in maniera diversa, a cambiare il modo di correre e di calciare la palla, e attraversano una fase evolutiva anche fisica che è estremamente delicata e presuppone un intervento più preciso e attento. Lallenatore deve essere bravo a individuare le qualità del ragazzo, se ci sono, e ad aprirgli le porte verso scenari più ampi. Noi vogliamo creare un made in Viterbo che possa dare al calcio un apporto importante e ai nostri ragazzi unopportunità.
La scuola calcio è aperta quindi a chiunque abbia voglia di divertirsi e sviluppare il proprio talento.
La scuola calcio è la vera fucina: vi si forgiano le qualità che poi si riscontrano in futuro, ed è il nostro fiore allocchiello, perché è lì che avviene la prima vera formazione. E aperta a tutti i bambini nati fino al 2001, e dalla prossima settimana poi ufficializzeremo anche il nuovo organigramma societario per dare dei punti di riferimento più precisi a chi vorrà far parte della nostra grande famiglia.
Un messaggio per i ragazzi che vogliono far parte di questa grande famiglia?
Chiunque viene qui viene per imparare, qui non si compra nulla ma si crea sempre qualcosa, con ambizione e senza presunzione.