- Sono stati 84 i cantieri ispezionati dal servizio prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl di Viterbo dal 5 al 16 giugno nell’ambito della campagna, coordinata dalla Regione Lazio, di controllo delle condizioni di sicurezza sul lavoro nei cantieri edili nelle province di Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone.
Nei cantieri in questione operavano 303 addetti. Gli interventi effettuati dal servizio Pisll hanno rappresentato oltre il 30% del totale regionale con un numero di prescrizioni pari al 42% del totale.
Per la Asl viterbese la campagna di intervento straordinario si inserisce in un piano pluriennale di potenziamento della attività di vigilanza e controllo con il quale negli ultimi anni è stata raggiunta una notevole copertura dei cantieri operanti nella provincia.
Dal gennaio di quest’anno viene applicata per ogni cantiere la scheda regionale di intervento, una linea guida per la vigilanza che analizza 16 aspetti rilevanti della sicurezza.
I dati relativi ai siti controllati negli anni dal 2002 al 2006 mostrano un incremento costante dei controlli in edilizia. Per l’anno corrente l’obiettivo è di controllare almeno 280 cantieri; nel primo semestre ne sono stati controllati 163 con una copertura del 63% (molto elevata in confronto con gli standard nazionali) rispetto alle 259 notifiche di nuovi cantieri pervenute.
Nel primo semestre dell’anno la percentuale di cantieri irregolari (oltre il 70%) è molto più alta degli anni precedenti. Tale dato è spiegabile in parte con una diversa individuazione dei luoghi di lavoro controllati (più cantieri di piccole dimensioni) e in parte con l’applicazione della scheda regionale di intervento che può aver migliorato l’efficacia degli interventi.
Rispetto agli infortuni denunciati all’Inail, nel 2005 si registra una lieve diminuzione degli infortuni totali rispetto al 2004 (3.094 contro 3.118 pari a 0.8%) con una forte flessione nel settore agricoltura (-12.8%) e un leggero incremento nel settore industria commercio e servizi (+ 1.7%).
All’interno di quest’ultimo settore, l’analisi di dettaglio evidenzia incrementi nei comparti trasporti, pubblica amministrazione e altri servizi pubblici, attività immobiliari, alberghi e ristoranti.
Per contro, nel comparto delle costruzioni risultano denunciati 356 infortuni nel 2005 contro 393 del 2004 con una diminuzione del - 9.4%.
Il servizio di prevenzione e sicurezzaambienti di lavoro della Asl di Viterbo proseguirà l’intensivo controllo delle condizioni di sicurezza nei cantieri edili ripetendo periodicamente analoghe campagne straordinarie di vigilanza. Contestualmente verranno potenziate le attività di assistenza e informazione alle imprese e ai lavoratori volte a promuovere la cultura della prevenzione nei cantieri.
Le prossime iniziative prevedono la convocazione in settembre del Comitato provinciale di coordinamento per omogeneizzare le azioni dei vari organismi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro; sempre in settembre sarà presentato il rapporto sugli infortuni e le malattie professionali nella provincia di Viterbo con una dettagliata e articolata analisi degli eventi e della loro distribuzione nel territorio provinciale.
“All’origine dei tanti infortuni in edilizia che funestano anche la nostra provincia dice Augusto Quercia, direttore dello Spisll - vi è la diffusa inosservanza delle basilari norme di sicurezza, riguardanti in particolare la prevenzione delle cadute dall’alto. Fra le motivazioni vi è certamente l’avanzato processo di destrutturazione del settore con la polverizzazione delle imprese.
L’esiguo numero medio di addetti influenza negativamente le capacità organizzative e tecniche delle imprese ad attuare le misure di sicurezza. Completano il quadro: il ricorso sistematico alla catena dei subappalti verso imprese sempre più piccole, la presenza di lavoro nero, l’esplosione del fenomeno dei “lavoratori autonomi”, i ritmi di lavoro esasperati”. In questo contesto assume grande importanza il ruolo che la legge assegna ai coordinatori per la sicurezza, figure che per conto del committente hanno il compito di pianificare le misure di sicurezza ed organizzare il coordinamento delle imprese durante l’esecuzione dei lavori.
“In molti casi conclude Quercia - i controlli eseguiti hanno evidenziato il loro insufficiente contributo progettuale e organizzativo. I Piani di Sicurezza redatti dai coordinatori sono ancora oggi, a distanza di 10 anni dalla loro istituzione, generici, non attinenti alle concrete opere da eseguire e scritti con linguaggio del tutto inadatto alle figure cui sono destinati. La conseguenza è che di fatto non vengono letti e rischiano di diventare mero assolvimento di un obbligo burocratico senza alcuna valenza di sicurezza”.