Viterbo - Il garante per la privacy delinea i limiti della trasmissione di Costanzo Reality a Mammagialla, Paissan mette i paletti 28 luglio 2006 - ore 1,40
Il carcere di Mammagialla
- Il garante per la privacy mette i paletti al reality di Costanzo che dovrebbe essere realizzato nel carcere di Viterbo.
Nella sua relazione il garante Mauro Paissan mette i puntini sulle i e distingue
tra informazione sulla realtà carceraria e la spettacolarizzazione di uno stato di disagio. Il garante per la privacy era stato interpellato dal ministero della Giustizia sul progetto di reality da realizzare, nel carcere di Viterbo, a cura di Maurizio Costanzo per Italia 1.
Il programma prevede sedici ore di registrazione in cella al giorno, dalle quali verrebbe ricavata una striscia quotidiana di mezzora.
Paissan, nella su relazione, chiede una salvaguardia assoluta della dignità dei detenuti nel rendere pubblici drammi e momenti del tutto privati della vita carceraria.
Il consenso degli interessati è importante - si afferma nella relazione -, ma non è di per sé sufficiente. Rappresenta soltanto uno dei presupposti da tenere presente, per il quale ci si dovrà peraltro assicurare che si tratti di una manifestazione di volontà realmente libera e basata su unadeguata informazione preventiva, volta a spiegare bene anche gli effetti di una prolungata esposizione al pubblico. Occorre quindi che il ministero valuti liniziativa nel suo insieme, senza limitarsi alla pur necessaria disponibilità dei singoli detenuti e degli altri soggetti coinvolti.
Per Paissan vanno salvaguardati spazi di riservatezza.
Linstallazione di telecamere fisse allinterno di locali angusti rende necessario salvaguardare spazi irrinunciabili di intimità delle persone ristrette in cella, legati, ad esempio, a particolari stati di disagio o di malattia, oppure al decoro e alligiene della persona.
Dubbi del garante anche sulle modalità e durata delle riprese: 16 ore al giorno. Un tempo eccessivo per i fini di informazione.
Un ultima raccomandazione per i diritti di terzi e in particolare delle vittime dei delitti.
Dovrebbero essere fornite - conclude la relazione - adeguate garanzie rispetto ai diritti dei terzi oggetto di racconti e commenti durante le registrazioni, con particolare riguardo al diritto alloblio e alle vittime dei reati.