Interviene Giancarlo Torricelli, consigliere comunale Bassano Romano
Indulto, un atto di civiltà
29 luglio 2006 - ore 4,21
Riceviamo e pubblichiamo
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Torricelli |
- Dopo l'approvazione dell'indulto da parte della Camera dei deputati si è scatenata un'autentica bagarre, in parte alimentata da forze politiche che puntano a strumentalizzare la vicenda per raccogliere facili consensi e, in parte, frutto dell'indignazione di tante cittadine e cittadini che vedono in questo provvedimento un cedimento all'ingiustizia e ai ricatti di Forza Italia.
Ora se è vero che un legge approvata ai tempi di Tangentopoli ha reso necessario, per gli atti di clemenza, la maggioranza dei due terzi ( costringendo dunque a mediare con le proposte dell'opposizione), è altrettanto vero che un provvedimento come quello in discussione in questi giorni, almeno nelle intenzioni di Rifondazione comunista, parla di quei principi di tolleranza e di umanità che hanno attraversato la nostra storia millenaria.
Non siamo mai stati tra coloro che hanno ritenuto che il carcere fosse strumento di rieducazione, né abbiamo mai pensato che la pena esemplare, la vendetta sul reo fosse sinonimo di giustizia. Oggi, più che in passato, il carcere è questione di classe. Tutti i dati ci dicono che, negli ultimi anni, mentre venivano approvate leggi e sanatorie in favore di reati come il falso in bilancio, sono stati varati decine di provvedimenti ( dalla Bossi-Fini, alla Fini Giovanardi sulle droghe, alle migliaia di denunce e condanne per reati di movimento) che hanno riempito le carceri italiane di migliaia di poveri cristi, colpevoli soltanto della loro disperazione.
L'indulto è in primo luogo un atto di civiltà e di risarcimento nei confronti di queste persone che hanno pagato con il carcere per una legislazione securitaria introdotta nel nostro Paese dal governo Berlusconi. So bene che questo provvedimento rischia di essere visto come un regalo a personaggi come Previti oTanzi. Ma questa lettura, carica di elementi simbolici e di quella cultura dell' odio nei confronti del nemico che ha attraversato lo scontro politico in questi anni, rischia di occultare il vero dato: su circa 12.000 persone coinvolte nella scarcerazione, sono appena una sessantina i cosiddetti colletti bianchi.
Fare in modo che in queste giornate di caldo terribile si possa vivere in condizioni relativamente umane anche nelle carceri significa contribuire a ristabilire un minimo di civiltà giuridica in questo Paese.
Certo questo provvedimento da solo non basta. Nei prossimi mesi insieme alla cancellazione delle odiose leggi ad personam dovremo impegnarci per ottenere l'abrogazione di quegli strumenti legislativi, come la Bossi-Fini o la legge sulla droga, che, oltre a condannare all'invisibilità e alla clandestinità migliaia di persone, rappresentano il mezzo attraverso il quale le carceri italiane vengono riempite di tanta povera gente .
Giancarlo Torricelli
consigliere comunale Bassano Romano